"RiparteSicilia", ecco il logo| Raciti: niente fughe in avanti - Live Sicilia

“RiparteSicilia”, ecco il logo| Raciti: niente fughe in avanti

Il partito di Crocetta si battezza il 17 febbraio. Gli indipendentisti: "Lui autonomista? Semmai colonialista".

Il nuovo movimento
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PALERMO –  Ci sono le stelle, che ricordano quelle dei grillini. Ma sono nove, come le province (o ex province) siciliane. Ci sono il giallo e il rosso, i colori della Regione, per strizzare l’occhio ai sicilianisti. E poi quel nome, “RiparteSicilia”, che sembra sottintendere che la Sicilia è stata ferma. Curioso che a dirlo sia chi l’ha governata negli ultimi quattro anni, cioè Rosario Crocetta, pronto a battezzare il suo nuovo movimento. Un “Megafono 2.0”, che si allargherà ad altre realtà locali e che il governatore vuole portare alle prossime regionali e forse già fare debuttare alle amministrative. Una mossa che sicuramente creerà maretta nel Partito democratico.

I contratti d’affitto delle sedi in giro per la Sicilia sono stati siglati, il simbolo e il logo sono pronti. Rosario Crocetta, dopo gli annunci sulla volontà di ricandidarsi alla presidenza della Regione, è passato ai fatti. Il suo nuovo movimento politico si terrà a battesimo a Palermo in una kermesse in programma il prossimo 17 febbraio. “E’ un movimento di aggregazione, promosso dal ‘Megafono’, che raggruppa in federazione tanti altri movimenti e circoli con una forte connotazione sicilianista – ha spiegato Crocetta all’Ansa – E’ l’unico in Sicilia strutturato senza una gestione accentrata, ogni movimento e circolo ha la sua autonomia nei territori all’interno di un ‘patto’ di condivisione che si basa sulla sottoscrizione di una nota d’intenti e su valori specifici: difesa dei deboli, coesione sociale, legalità, impegno a tutela della Costituzione e dello Statuto speciale”.

Il nuovo movimento, spiega Crocetta, “ha una radice democratica e di sinistra” e “una forte impronta sicilianista, nulla a che fare con il concetto autonomista di certi ceti conservatori e reazionari”. “Il nostro scopo – prosegue – è quello di continuare l’azione di risanamento della Sicilia che ho avviato nel corso di questo mio primo mandato e per rafforzare lo sviluppo economico e rilanciare l’occupazione”.

Insomma, il governatore del Pd è pronto a lanciare una lista che come il suo Megafono potrà fare concorrenza al Pd stesso. All’epoca questa sorta di bigamia politica creò qualche problema a Crocetta e Beppe Lumia, con il caso che approdò ai probiviri. D’altro canto, c’è già un precedente che fa scuola, quello di Sicilia Futura, movimento fondato e guidato da Totò Cardinale, dirigente del Pd, che però si muove come corpo autonomo rispetto ai democratici.

Il tutto arriva nel pieno delle tensioni tra Crocetta e il Pd sulla finanziaria. Il segretario regionale Fausto Raciti ha battuto un colpo dichiarando oggi a Repubblica la sua contrarietà a “fughe in avanti”, concetto che ribadirà la prossima settimana in una riunione con il gruppo parlamentare e lo stesso Crocetta. Nessun commento dalle parti dei renziani, con Davide Faraone troppo impegnato sull’iniziativa che vedrà partire domani il grande “pensatoio” per partorire il programma elettorale.

La svolta “sicilianista” del governatore, intanto, non convince i sicilianisti. Il Presidente di “Siciliani Liberi” Massimo Costa la definisce non solo non credibile ma appartenente “al linguaggio orwelliano: si dice una cosa e s’intende esattamente il contrario. Si dice “Autonomista” e s’intende “colonialista””. “La Sicilia di Crocetta – prosegue il leader indipendentista – è così autonoma che non può nemmeno fare lo sconto al bollo auto, è così autonoma che può regalare “autonomamente” il 29 % dell’Irpef dei Siciliani a Roma senza alcuna contropartita, così autonoma che concede la trivellazione nei nostri mari alle potenti multinazionali e il contributo al risanamento della finanza pubblica erariale più alto d’Italia, così autonoma da farsi nominare direttamente da Roma l’assessore all’Economia, vero Presidente della Regione”.     (sa.t.)

 

 


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