Rischio idrogeologico, Cascone:| "Consumare meno suolo" - Live Sicilia

Rischio idrogeologico, Cascone:| “Consumare meno suolo”

Il presidente dell'Ordine degli ingegneri spiega a LivesiciliaCatania perché alcuni fenomeni hanno effetto così dirompente. "Le superfici impermeabili delle grandi infrastrutture - afferma - si trasformano di fatto in veri e propri torrenti". FOTO: I DANNI A CATANIA - ACI CATENA - ACIREALE

CATANIA – Il clima è cambiato. I mutamenti sono sempre più frequenti e le conseguenze sempre più disastrose  per i territori – e le popolazioni – non preparati, abusati, malgestiti o semplicemente ignorati, che trasformano fenomeni violenti in distruttivi. Se è vero, infatti, che difficilmente alcuni fenomeni climatici, possono essere previsti, è altrettanto vero che la prevenzione è l’aspetto che meglio conterrebbe le ripercussioni negative di tali fenomeni. La gestione del territorio di fronte alle nuove sfide della natura, che coinvolge buona parte del territorio nazionale, torna al centro dell’attenzione dopo il ciclone che si è abbattuto sulla provincia etnea, tutto sommato dagli effetti contenuti, preceduto però da trombe d’aria che, al contrario, hanno avuto conseguenze distruttive, solo per mera fortuna non tragiche. Ne abbiamo parlato con Santi Maria Cascone, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Catania ed ex amministratore.

Presidente, quali sono gli errori compiuti in passato. Come, da persona competente, pensa si debba intervenire per limitare al minimo le conseguenze negative di fenomeni come quello che si è abbattuto sulla provincia etnea?

Partiamo da una prima considerazione: gli eventi che si sono manifestati in questi ultimi tre giorni sono degli eventi che possiamo definire anomali o per lo meno non abituali per il nostro territorio. Certamente, però, non possiamo neanche dire che questi eventi costituiscano una totale novità inaspettata, perché il riscaldamento terrestre e i conseguenti effetti sul clima, hanno fatto già preannunciare agli scienziati che determinati fenomeni come questi si sarebbero verificati. Anzi, le previsioni sono che nella seconda metà di questo secolo saranno sempre più frequenti. Noi abbiamo delle responsabilità che non possono essere attribuite al sindaco, o a un amministratore, ma al modo in cui l’uomo si è approcciato rispetto alle condizioni del pianeta. Certamente le attività legate all’urbanizzazione hanno un’influenza notevolissima perché non v’è dubbio che l’aver creato delle grandi superfici impermeabili, e quindi superfici dove l’acqua meteorica non riesce a filtrare negli strati sotto stanti del terreno, determina una condizione oggettiva di presenza di rischio. Questa è abbinata al fatto che le costruzioni sono state realizzate spessissimo senza allacciamenti a reti fognarie, a sistemi di raccolta e convogliamento delle acque, per cui si determinano condizioni di oggettivo pericolo. Le superfici impermeabili delle grandi infrastrutture si trasformano di fatto in torrenti che trasportano grandi quantitativi d’acqua.

Qual è la situazione in provincia di Catania e in città?

Il territorio italiano è per gran parte a rischio cosiddetto idrogeologico che è comparso e compare oggi in aree come quella catanese dove una natura del terreno originaria prevalentemente permeabile oggi è trasformata in terreno impermeabile. Il canale di gronda sta assorbendo parte dell’acqua, ma non si può affidare esclusivamente a questi sistemi la risoluzione del problema. Che è un’attività che deve portare a rendere le superfici più permeabili. Un obbligo previsto anche dal Comune di Catania con il Regolamento edilizio per le aree circostanti gli edifici, e dobbiamo anche contribuire a un cambiamento globale delle abitudini affinché le prime cause che determinano il verificarsi dei fenomeni vengano a cessare. Occorre un cambiamento anche culturale nella quotidianità. Serve un sistema integrato che serve a far tornare la Terra in equilibrio.

Da presidente dell’Ordine degli ingegneri provinciali, cosa si sente di consigliare al primo cittadino di quella che sarà la città metropolitana di Catania, di fatto quella investita dal maltempo?

Io credo che il sindaco di un’area metropolitana così grande dovrà battersi affinché si adottino strumenti che portino a una sostanziale riduzione del consumo del suolo e a un risanamento sotto il profilo idrogeologico di quello attualmente antropizzato, occupato e trasformato dall’uomo. La riduzione del consumo del suolo va fatta concentrandosi sulla città esistente, su ciò che c’è. Non ampliando i perimetri urbani, non impermeabilizzando nuovo territorio. E nello stesso tempo, occorre un’azione concreta di messa in sicurezza del territorio attraverso la realizzazione delle reti fognarie, della gestione degli aspetti idrogeologici in maniera seria e compiuta.

Quanto è importante il completamento del canale di gronda?

Certamente in completamento del canale di gronda costituisce, ed è in agenda credo, tra le priorità da andare a realizzare. Ma accanto a questo non va trascurata la preparazione culturale dei cittadini, in modo che le ripercussioni possano avere un effetto a cascata. Serve una serie di azioni, che vanno chiaramente programmate, che deve essere recepita anche culturalmente. Per l’emergenza, l’Ordine degli ingegneri ha sottoscritto protocolli con la protezione civile regionale rendendosi disponibile a contribuire in tutte le forme in cui può essere utile alle attività di prevenzione sul territorio.

 


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