GEORGIA – Un dibattito parlamentare sulla proposta di legge sugli “agenti stranieri” si è trasformato in uno scontro fisico, scatenando ulteriori polemiche in un Paese già segnato da tensioni interne. La legge, che presenta notevoli somiglianze con una normativa in vigore in Russia, ha sollevato preoccupazioni sia a livello nazionale che internazionale, temendo che possa essere utilizzata per soffocare le voci dissidenti.
Rissa in parlamento: la reazione alla proposta di legge
Il caos è scoppiato quando Aleko Elisashvili, leader del “Partito dei Cittadini”, ha aggredito fisicamente Mamuka Mdinaradze, leader della maggioranza parlamentare. Questo incidente ha catalizzato la rabbia dei manifestanti che si erano raccolti fuori dal Parlamento a Tbilisi, i quali hanno manifestato il loro dissenso agitando una grande bandiera dell’Unione europea.
Questo episodio è solo l’ultimo di una serie di eventi che hanno evidenziato le profonde divisioni politiche del Paese. Anche la presidente della Georgia, Salomé Zourabichvili, ha preso una posizione forte contro la proposta di legge, descrivendola come dannosa per il percorso democratico della nazione. La situazione rimane tesa, con osservatori nazionali e internazionali che continuano a monitorare da vicino gli sviluppi in Georgia.
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