Ristorazione, è boom di chiusure | In sei mesi un calo del 5,8% - Live Sicilia

Ristorazione, è boom di chiusure | In sei mesi un calo del 5,8%

Sono 512 le attività avviate in questi primi sei mesi e 919 quelle che hanno abbassato definitivamente le saracinesche. Unico antidoto: la qualità.

I DATI FIPE
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PALERMO – È un crollo senza fine quello che riguarda il settore della ristorazione in Sicilia. Dopo il dato complessivo del 2012, che segnava un impietoso -9%, anche i primi due trimestri del 2013 sono in calo (-5,8%) e con un saldo di nati/mortalità da crisi nera: 512 le attività avviate in questi primi sei mesi del 2013, 919 quelle che hanno abbassato definitivamente le saracinesche.

È un bollettino di guerra, appunto, quello che arriva dalla Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, che sottolinea: “Si salvano solo le località turistiche – San Vito Lo Capo e Taormina su tutti – mentre crollano i capoluoghi di provincia e le città più popolose della Sicilia”.

Sotto la lente d’ingrandimento della Fipe sono finiti i consumi fuori casa delle famiglie italiane, scesi di 1,6 miliardi di euro (oltre 230 milioni nell’Isola), oltre al dato delle presenze turistiche, ininterrottamente con il segno meno davanti ormai da 22 mesi.

Con il dato del primo semestre 2013, sono esattamente quattro anni che i saldi imprenditoriali della ristorazione presentano il segno meno. “Benché si tratti di valori che includono anche le cancellazioni di ufficio – rispondono dall’Osservatorio congiunturale della Fipe –, ovvero il risultato di quell’attività amministrativa di pulizia dei registri tesa ad eliminare imprese da tempo inattive, la situazione rimane pesante. Dal 2010 s’è interrotto, senza ancora riprendersi, un periodo di lunga e robusta crescita iniziato a partire dagli anni ’70. I tassi di crescita medi annui sono sempre stati del 3-4%. Solo la crisi del ’92-’93 aveva frenato una crescita che, tuttavia, era rimasta costantemente con il segno più davanti ed è continuata fino alla fine del primo decennio del 2000”.

“Il primo trimestre 2013 – dicono da UnionCamere Sicilia, guidata da Antonello Montante – era già iniziato con il segno meno. Il bilancio generale del trimestre gennaio-marzo aveva già risentito di performance particolarmente negative in tutti i settori, sia dal lato delle iscrizioni di nuove imprese (8.676), sia dal lato delle cessazioni (11.342), determinando un saldo negativo di 2.666 unità, con un tasso negativo di crescita pari al -0,53%”.

Gigi Mangia, presidente di Fipe Palermo e titolare del ristorante, nel centro del capoluogo, che porta il suo nome, cerca di analizzare i dati in maniera differente. “I ristoranti sono, ormai, il settore più attrattivo per il turismo che arriva in Sicilia. Bisogna smetterla di piangersi addosso e far venire fuori il messaggio che la crisi esiste, ma bisogna puntare sulla qualità per sconfiggerla. Anzi, dico proprio di cogliere l’occasione della crisi per attrarre i turisti, puntando sulla qualità”.

Dello stesso avviso Dario Pistorio, presidente della Fipe a livello regionale. “Il dato negativo – dice – deriva dalla diminuzione dei clienti siciliani. I ristoranti di fascia medio-alta sono sempre pieni, segno che indica come le persone, in un periodo di crisi, preferiscano magari diminuire il numero di volte nelle quali si mangia fuori casa in un mese, anche pagando qualcosa in più, pur di gustare piatti con ingredienti di qualità”.

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