La candidata era un uomo | "Mi batto per i diritti di tutti" - Live Sicilia

La candidata era un uomo | “Mi batto per i diritti di tutti”

Roberta Mezzasalma con l'Udc a sostegno di Musumeci. Ora denuncia una intimidazione.

VITTORIA (RAGUSA)Un finestrino dell’auto andato in frantumi la infastidisce, ma non la turba più di tanto. La vita di Roberta Giulia Mezzasalma, fresca candidata con l’Udc alla prossima competizione elettorale per le Regionali, ha vissuto momenti di gran lunga più delicati. Come quando, nel 1994, comunicò al padre la decisione di cambiare sesso. Il Gianluca di prima non sarebbe più esistito. Qualche anno dopo, invece, un prete di Vittoria le rovinò il giorno più bello, quello del matrimonio, non rilasciandole il certificato di battesimo che le avrebbe permesso di convolare a nozze con Stefano. Che sposò a Verbania e da cui adesso è separata.

Una vita, e tante vite insieme. Che si arricchiscono di nuovo capitolo: l’impegno in politica. Un paio di giorni fa, attraverso un video pittoresco pubblicato su Facebook, Roberta Giulia ha annunciato la sua discesa in campo con lo “scudocrociato”, a sostegno della candidatura di Nello Musumeci. Poche ore dopo dei vandali hanno devastato la sua auto, parcheggiata in una via molto trafficata di Vittoria, a pochi passi dalla sua abitazione: “Adesso ho 45 anni – spiega Giulia, ristoratrice di successo – ho preso la patente a 20. Diciamo che in 25 anni, non mi era mai capitato. Il tempismo è quanto meno sospetto. Ed è abbastanza strano che nessuno si sia accorto di nulla. Sono rientrata in casa martedì alle 15. Alle 16 aprono i negozi e via Cacciatore delle Alpi diventa molto transitata. Sarà successo in quell’arco di tempo, appena ho voltato le spalle. Ma se pensano di intimidirmi con questi mezzucci, si sbagliano di grosso”.

Roberta Giulia Mezzasalma è una donna tenace, battagliera. La voce è squillante. Ha consapevolezza dei propri mezzi, della strada percorsa per diventare quella che è oggi: “Sicuramente – analizza – sono una che dà fastidio a molti. Ho portato avanti delle battaglie mettendoci la faccia, sempre. In tempi non sospetti, e i video sui social lo testimoniano. Io non ho peli sulla lingua e forse qualcuno vuole farmela pagare”.

E’ una vita, la sua, in cui pubblico e privato si mischiano di continuo. In cui il pericolo si intreccia con la voglia quotidiana di rimanere a galla, di guardare il mondo da una prospettiva migliore: “A 4-5 anni ero Gianluca. Ma cominciavo a rendermi conto che era difficile convivere col mio corpo. Stavo con le ragazze, facevo cose da ragazze. La consapevolezza è cresciuta alle elementari e maturata dopo il diploma in Agraria. Cercavo solo il momento giusto per dirlo ai miei. Passavano gli anni e non ci riuscivo. Fui costretta a fare il servizio militare nel Genio Pionieri di Cecchignola. Al mio ritorno, approfittando dell’assenza di mamma, comunicai a mio padre di voler cambiare sesso. Pensavo mi uccidesse. Invece fece rientrare mamma dal Piemonte, dove stava trascorrendo qualche giorno a casa di mia sorella, per discuterne. Seguirono lacrime, urla, disperazione… Pensavano fosse una fantasia temporanea. In quel momento ho iniziato il mio percorso medico, psicologico e di cure ormonali”. Nulla sarebbe rimasto come prima.

Nel 1998 l’intervento chirurgico al San Camillo di Roma. Poi un matrimonio celebrato (anche) in Chiesa, in un paesino del lago Maggiore: “Io tenevo alla benedizione cristiana, ma le nozze furono registrate soltanto in Comune. Il prete mi conosceva e volle farmi un regalo, anche se rischiò la scomunica”. Il racconto è travolgente e conduce dritti alla candidatura per le Regionali: “Già nel 2011 scesi in campo per le Comunali, al fianco di Nicosia, candidato e poi sindaco di Vittoria (oggi coinvolto nell’operazione “Exit Poll”, ndr). Raccolsi 15 voti, ma non mi conosceva nessuno. Oggi sono un personaggio pubblico, in tanti mi hanno chiesto di impegnarmi in prima persona. Adesso mi aspetto di raccogliere il loro consenso, perché se così non fosse dimostrerebbero di non voler cambiare”. Perché una donna col suo passato in un partito “ultracattolico” come l’Udc? “Anche questa è una sfida – confessa Mezzasalma – Io, anche se la mia storia sembra dire il contrario, sono profondamente cattolica. La Chiesa, che è una cosa diversa dalla religione, mi ha respinto più volte. Le storie dei preti pedofili mi hanno fatto passare un po’ la poesia di andare a messa la domenica… Ma ho scelto l’Udc anche per rompere gli schemi e abbattere i pregiudizi. Quale occasione migliore? Mi fa un po’ strano chiedere il voto, ma il succo del discorso è proprio questo. Io incarno il voto di protesta. Non mi importano le coalizioni, bisogna votare le persone. Ma non quelle che ci rappresentano da trent’anni”.

Con la politica Giulia intende riaffermare il valore della sua persona e delle sue battaglie: “Ho tantissime amicizie, ma nessuna relazione. Quando un’amicizia rischia di diventare qualcosa di più serio, le stesse persone che prima mi osannavano, mi hanno fatto diventare una della peggior specie. C’è un’ipocrisia dilagante. Se verrò eletta all’Ars, oltre a tentare di agevolare e sburocratizzare le pratiche per le attività commerciali, mi batterò per i diritti di tutti. Considerata la mia storia, è il minimo che posso fare”.


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