Rogo a Bellolampo, indagata | la responsabile della sicurezza - Live Sicilia

Rogo a Bellolampo, indagata | la responsabile della sicurezza

Rogo di Bellolampo, nuova puntata dell'inchiesta giudiziaria sull'incendio in discarica. Indagata la responsabile della sicurezza.

PALERMO- La responsabile sicurezza della discarica di Bellolampo Lara Calì è indagata dai pm di Palermo per violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro. Le contestazioni del pm Geri Ferrara si riferiscono al mancato rispetto delle norme antincendio in discarica. L’iscrizione nel registro degli indagati è conseguente alla relazione dei vigili del fuoco.

Quello finito sul tavolo della Procura è un atto d’accusa contro la struttura. Gli esperti rilevano che non esiste un impianto fisso per spegnere gli incendi, fatta eccezione per gli uffici dell’Amia dove sono presenti gli idranti. Nel resto della discarica si fa affidamento soltanto su sessantadue estintori. Come dire: era impossibile, secondo l’accusa, contrastare le fiamme divampate nelle scorse settimane. Non viene neppure specificato come procedere alle operazioni di spegnimento soffocando le fiamme con la terra. Ed ancora: vaste aree delle vasche di raccolta sono ricoperte da sterpaglie mentre su alcune sono stati stesi dei teloni, tenuti fermi dal peso di vecchi pneumatici. I pm che indagano sul rogo scoppiato a fine luglio a Bellolampo ipotizzano il reato di disastro ambientale. Nel fascicolo, dunque, aperto inizialmente per incendio, vanno aggiungendosi nuove contestazioni che restano, comunque, a carico di ignoti.

Gli inquirenti stanno ricostruendo le omissioni gravissime che hanno permesso alle fiamme di propagarsi: una cattiva gestione quella del sito di Bellolampo sottolineata da subito dagli inquirenti che hanno notato, a esempio, la presenza delle sterpaglie accatastate vicino all’area che avrebbero alimentato il fuoco. Quanto al movente si indaga principalmente su chi avesse interesse alla chiusura della discarica palermitana in cui finiscono 900 tonnellate di rifiuti al giorno.

Nessun commento dai vertici dell’Amia, di cui la Calì è dirigente. “Non sapevamo nulla, lo stiamo apprendendo in questo momento”, si è limitato a rispondere il direttore generale Nicola Gervasi.


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