Dimissioni e cambi di casacca| Orlando pensa alla nuova Rete - Live Sicilia

Dimissioni e cambi di casacca| Orlando pensa alla nuova Rete

Le Politiche rischiano di avere effetti devastanti sulla politica cittadina: ieri si è dimesso il capogruppo dell'Udc Giulio Cusumano, mentre altri consiglieri a Sala delle Lapidi si guardano attorno tentando la fuga dai partiti puniti dalle urne. E anche il sindaco Orlando pensa al dopo-Idv.

Rivoluzione a Sala delle Lapidi
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PALERMO – Dimissioni annunciate, possibili cambi di casacca, sirene “crocettiane” che suonano a più non posso e il tentativo di Orlando di sganciarsi dalla morsa letale dell’Idv. C’è questo e tanto altro nel dopo-elezioni che sta interessando la politica palermitana, alle prese con un primo cittadino orfano di un partito di peso e un consiglio comunale i cui equilibri potrebbero presto cambiare.

Effetti dell’esito delle urne che il 24 febbraio hanno riservato, oltre all’ingovernabilità, più di una sorpresa: partiti storici come Udc e Idv, per esempio, non sono riusciti a superare lo sbarramento neanche alla Camera mentre altri più piccoli, come Mpa e Grande Sud, sono stati cancellati dalla scena politica e adesso sono seriamente a rischio estinzione. Un quadro politico frammentato e in continua evoluzione, reso ancora più incerto dalla mancanza di una solida maggioranza nel Parlamento nazionale.

E in questo baillame, fatto di antipolitica e crisi dei partiti tradizionali, sono in tanti a guardarsi attorno, specie a Palermo, per capire come giocarsi le proprie carte per sopravvivere anche nel prossimo futuro. Un processo di riassestamento di consiglieri ed esponenti di partito a cui le Provinciali imprimerebbero un’ulteriore accelerazione, che almeno per il momento sembrerebbe scongiurata dalla volontà del governo regionale di riformare gli enti sostituendoli con i consorzi.

UDC Partiamo dalle opposizioni. Ieri, a sorpresa, Giulio Cusumano ha annunciato le proprie dimissioni da capogruppo dell’Udc: “Una decisione che vuole essere un segnale verso tutti i dirigenti del mio partito – ha spiegato a Livesicilia – specie alla luce dei deludenti risultati elettorali”. E per sabato, a Caltanissetta, è previsto un redde rationem proprio nel comitato regionale dello scudo crociato: un appuntamento delicato per un partito che, nonostante sia al governo in Sicilia, a livello nazionale è praticamente scomparso se non per una sparuta pattuglia di deputati fra i quali figura anche Giampiero D’Alia.

A giocarsi uno degli scranni, però, è anche Rosario Basile, il patron della Ksm che per avere via libera a Montecitorio dovrà ingaggiare un duello con Ferdinando Adornato. L’imprenditore a Sala delle Lapidi può contare sul vicepresidente Salvatore Finazzo, oltre che sul consigliere Giovanni Lo Cascio (vicino anche al presidente dell’Ars) e, secondo alcune indiscrezioni, anche sul capogruppo di Amo Palermo Francesco Scarpinato. Insomma, la permanenza o meno di Basile nell’Udc, legata all’eventuale elezione a deputato, potrebbe rafforzare il partito a piazza Pretoria oppure affossarlo definitivamente. Ma i casiniani potrebbero presto fare i conti anche con una mozione di sfiducia, nei confronti di Finazzo, che il Pdl sarebbe pronto a presentare per dare il colpo di grazia all’Udc: Finazzo è stato eletto, infatti, grazie ai voti determinanti di una parte di Idv frutto di un patto con Orlando. Patto che, però, oggi è saltato e che quindi potrebbe spianare la strada a un altro rappresentante delle minoranze.

MEGAFONO Ma Cusumano potrebbe presto fare le valige, lasicando oltre alla carica di capogruppo anche il partito di D’Alia: non è un mistero, infatti, che l’avvocato sia da sempre vicinissimo a Rosario Crocetta. In molti sono pronti a scommettere che il governatore stia preparando un posto al sole per Cusumano, che farebbe così armi e bagagli passando al Megafono. Un partito, quello del governatore, che in consiglio può già contare su Pino Faraone ma che potrebbe diventare la meta di tanti altri consiglieri pellegrini e senza più un partito. Un gruppo che, per il momento, appare l’unico in grado di esercitare un certo appeal su quei consiglieri che, privi ormai di un deputato di riferimento, sono in cerca di sponsor.

MPA, GRANDE SUD, AMO PALERMO E La pattuglia dei consiglieri in cerca di nuova sistemazione va aumentando ogni giorno di più. Partiamo da Grande Sud: i miccicheiani, dopo l’abbandono di Andrea Mineo, ancora in cerca di una nuova casa, rischiano di perdere infatti anche Giuseppe Federico. “E’ un momento di riflessione, ma per ora rimango nel partito”, dice a Livesicilia il consigliere. E a pensarla così sarebbero anche Giovanni Geloso e Francesco Scarpinato di Amo Palermo, il movimento di Marianna Caronia che sembra essere destinato alla scomparsa dopo la mancata elezione dell’ex vicesindaco prima all’Ars e poi a Roma. In attesa di capire qualcosa di più sul proprio futuro c’è anche però anche Mimmo Russo (che alcuni vogliono indirizzato verso Crocetta).

IDV Diversa la situazione in casa Idv. Il gruppo dei 29, malgrado le sirene crocettiane continuino a suonare, sembra al momento molto compatto anche se, in questo caso, a interrogarsi sul proprio futuro è proprio il sindaco Orlando. La prossima settimana si terrà una riunione di Idv ai massimi livelli a Roma, per decidere il da farsi in attesa del congresso di novembre che dovrebbe sancire la definitiva uscita di scena di Di Pietro. Ma il problema del Professore è quello di trovare una nuova collocazione politica che lo faccia uscire dall’isolamento in cui è finito dopo le Regionali e le Politiche, che hanno rappresentato due sonore batoste.

L’Idv, in Sicilia, è Orlando e solo lui è in grado di creare consenso: una indispensabilità che sta spingendo il sindaco e i suoi ad accarezzare il sogno di una nuova Rete. A marzo in Umbria, e precisamente ad Acquasparta, ci sarà un nuovo incontro della Rete 2018 che potrebbe però assumere questa volta un significato del tutto particolare: la fuoriuscita dall’Idv non sarà immediata ma graduale (e forse neanche tanto sofferta), e potrebbe permettere al sindaco di lavorare nel frattempo a un nuovo movimento legato al territorio che si apra al dialogo con altri soggetti al di fuori dei partiti. Su tutti, per l’appunto, Crocetta, il governatore “ribelle” con cui il primo cittadino ha già avuto modo di dialogare per Gesip e che tanti punti in comune ha col Professore: un rinnovato dialogo in vista di possibili elezioni anticipate offrirebbe a Orlando una ciambella di salvataggio. Ma qualcuno paventa anche l’ipotesi di un dialogo con il Pd di Matteo Renzi, in caso di sua candidatura a premier: sono entrambi sindaci, tutti e due vanno ripetendo da tempo che i partiti tradizionali sono morti e soprattutto vorrebbero rottamare gli attuali vertici del Partito Democratico.

Mosse obbligate per Orlando, che sa bene che dopo il flop alle Politiche deve dare risposte ai suoi. Sabato scorso, in occasione di un vertice di partito, più di un consigliere ha chiesto a gran voce una giunta politica e il siluramento di qualche assessore per dare nuovo vigore all’azione amministrativa e soprattutto tentare qualche alleanza. Le richieste di rimpasto, però, finora sono state tutte al mittente nella conferenza stampa di due giorni fa, in cui il sindaco ha difeso a spada tratta la giunta negando qualunque rimpasto. Una difesa d’ufficio, più che altro, dettata dalla necessità di serrare le fila e di mandare un chiaro messaggio a tutti, fedelissimi in primis: Orlando resta il dominus della scena, e sarà lui a decidere quando cambiare e come. Anche se il tempo ormai stringe.

LE REAZIONI
“Il gruppo Amo Palermo non si scioglie, è ancora vivo e vegeto e continuera’ a lavorare per la citta’”. Cosi’ il capogruppo Francesco Scarpinato.

“Desidero ancora una volta sottolineare – commenta Marianna Caronia – che Amo Palermo gode di ottima salute e sempre più è punto certo di riferimento per moltissimi cittadini. Amo Palermo, nonostante tutto, in forte crescita di consenso nel territorio ha avviato, questo sì, una fase collegiale di analisi sul voto delle recenti elezioni regionali e nazionali e una serena ed approfondita riflessione sulle sue conseguenze e sulla situazione politica che si è venuta a determinare, le cui conclusioni e determinazioni verranno opportunamente comunicate”.

“La mozione di sfiducia preannunciata da alcuni consiglieri del Pdl nei confronti del Vicepresidente del Consiglio Comunale Salvatore Finazzo, se presentata, sarà respinta dalla quasi totalità dei consiglieri comunali in quanto non accettabile ne dal punto di vista politico ne dal punto di vista umano. È inaccettabile tale provocazione che tende a destabilizzare il Consiglio Comunale da parte di chi non è titolato a fare tali richiesta”. Lo afferma il Consigliere comunale di Italia dei Valori Paolo Caracausi.

 

 


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