Il Pd insiste: "Azzeramento totale" | Ed è stallo nelle trattative - Live Sicilia

Il Pd insiste: “Azzeramento totale” | Ed è stallo nelle trattative

Le forze della coalizione dovevano incontrarsi oggi. Ma l'incontro è saltato. Renziani e cuperliani si riuniscono in due summit separati. Ma la conclusione è la stessa: "Assessori tutti nuovi". Nel pomeriggio si fa spazio l'idea di aprire a parlamentari giovani e senza grane con la giustizia. Crocetta: "Voglio ricomporre la maggioranza".

PALERMO – “Un governo tutto nuovo”. Il Pd non si muove di un millimetro. E fissa il suo unico, ma fondamentale paletto. “La condizione imprescindibile per qualsiasi dialogo è l’azzeramento della vecchia giunta e un esecutivo nuovo”. Lo ribadisce il segretario regionale Fausto Raciti, dopo un faccia a faccia tra esponenti “cuperliani” oggi nella sede del partito in via Bentivegna. Ma la posizione di Raciti è, oggi più che mai, la posizione di tutto il partito. Negli stessi minuti, infatti, un’altra riunione, quella dei renziani, si svolgeva nella segreteria di Giuseppe Lupo. L’esito, lo stesso. Giunta tutta nuova. E’ questo, deve essere questo il punto di partenza.

Poi, verrà, verrebbe tutto il resto. Ma bisogna prima sciogliere il nodo più stretto. Che, in sintesi, può essere descritto così: Crocetta deve rinunciare ad alcuni assessori a lui più vicini: Michela Stancheris, Salvatore Calleri e soprattutto Nelli Scilabra. E lo stallo sarebbe legato proprio a quest’ultima posizione. Il governatore non vuole privarsi dell’assessore uscente alla Formazione. Una posizione che ha impedito, al momento, di far quadrare i conti. Perché di fronte all’azzeramento totale, e a una giunta tutta nuova, sembravano ormai quasi tutti d’accordo. L’Udc, pur ammettendo la propria preferenza per la conferma di Valenti e Torrisi, ha sottolineato l’importanza dell’asse col Pd. Che chiede l’azzeramento. Un’ipotesi di fronte alla quale i centristi, nell’interesse generale della coalizione, non si sarebbero tirati indietro. Altra resistenza, quella di Lino Leanza sul nome di Paolo Ezechia Reale. Ma anche in questo caso, di fronte a un rinnovamento che preserverebbe solo Borsellino e Vancheri, Articolo 4 non potrebbe che “adeguarsi” alle regole della maggioranza.

E invece, il governatore insiste. Fa sapere che la Scilabra non si tocca. E nemmeno Calleri, a dire il vero, perché “lo vuole il Megafono”. Da qui, come detto, l’impasse. Che oggi sembrava potesse essere superata da una trovata improvvisa. L’apertura a un governo di deputati, preferibilmente giovani e senza ombre di inchieste a carico, che potesse “compensare” in un certo senso la volontà del governatore di tenere “i suoi”. Un’idea che sembra aver fatto breccia su alcuni “pezzi” di maggioranza. Ma che non rappresenta oggi la linea che porta alla soluzione. “Siamo in una fase di stallo”, commenta così un big della maggioranza. E il problema è tutto lì. Il Pd insiste: “Non ha senso oggi – ribadisce Raciti – parlare di deputati o non deputati. Bisogna capire se Crocetta vuole davvero fare un nuovo governo, o se dobbiamo andare dietro ancora a logiche interne ai partiti. Il Pd, in questo caso, non ci sta”. Come dire: adesso sia il governatore a lanciare un segnale. Rinunciando definitivamente ai “fedelissimi”.

La nostra diretta della giornata.

Aggiornamento 19:15 Non sono ancora terminati i vertici delle due anime del Partito democratico. Ma a quanto si apprende da altri ambienti della coalizione, sull’ipotesi dell’ingresso dei deputati in giunta non ci sarebbe un accordo collettivo. Lo stallo non sembra ancora superato.

Aggiornamento 18.30 L’ultimo nodo da sciogliere, adesso, sembra quello: deputati sì o deputati no. In queste ore si sta discutendo di un governo formato da giovani parlamentari senza ombre di inchieste giudiziarie a carico. Una idea che si sta facendo largo tra i partiti della maggioranza. Partiti che potrebbero incontrarsi stasera, per chiudere la partita del rimpasto. Anche il Pdr di Cardinale, infatti, non scarterebbe l’ipotesi. Nonostante la prima scelta sia quella di un tecnico (Croce), i riformisti, di fronte a un’apertura ai deputati non si tirerebbero indietro. Ed ecco farsi strada i nomi, in quel caso, di Edy Tamajo e Salvatore Lo Giudice. Ma l’ipotesi governo-politico dovrà passare anche il vaglio di Pd e Udc. I centristi, infatti, non sembrerebbero affatto entusiasti di questa ipotesi. Mentre il Partito democratico sta verificando al proprio interno, in due distinti incontri (cuperliani da una parte e renziani da un’altra), la possibilità di sposare l’idea del governo politico. Intanto, c’è già chi si sfila: “Alle poltrone preferisco la Sicilia” ha fatto sapere con un tweet Fabrizio Ferrandelli, smentendo l’ipotesi di un suo possibile ingresso in giunta.

Aggiornamento 17:05 Si stringono i tempi per la genesi del nuovo governo. Le due anime del Partito democratico si riuniscono oggi pomeriggio per tirare le somme. L’area che fa capo al segretario Fausto Raciti (bersaniani e Giovani turchi) è riunita in questo momento presso la sede del partito in via Bentivegna a Palemro. A breve si incontreranno invece, presso la segreteria di Giuseppe Lupo, i rappresentanti dell’area Renzi (renziani e Areadem). Sembra prendere sempre più quota l’ipotesi dei deputati in giunta. E come anticipato da Livesicilia, la soluzione che sembrerebbe più gradita è quella di avere una squadra con deputati giovani e senza l’ombra di inchieste giudiziarie. Per l’area Renzi tra i nomi papabili, oltre a quelli già circolati nei giorni scorsi del capogruppo Baldo Gucciardi e di Giuseppe Lupo, ci sono anche quelli del deputato catanese di Areadem Anthony Barbagallo. Potrebbe ambire a un posto anche Fabrizio Ferrandelli, i cui rapporti però con Davide Faraone negli ultimi tempi si sono allentati. Tra i “cuperliani” in pole position l’ex segretaria della Cgil Mariella Maggio, dei Giovani turchi, la corrente che tra quelle che fanno a riferimento a Raciti è meno rappresentata nelle cariche appannaggio del Pd. Infatti, le aree che fanno riferimento a Cracolici e Crisafulli hanno già tre presidenti di commissione all’Ars.

Se il Pd opterà per la strada dei deputati, è possibile che anche le altre forze della coalizione si adeguino. Nell’Udc sono circolati i nomi di Nicola D’Agostino e Mimmo Turano, ma l’orientamento prevalso nelle ultime ore di una “liena verde” del governo con giovani in squadra potrebbe spingere invece il vicesegretario Gianluca Miccichè. Con lui, per garantire un equilibrio nel partito, coinvolgendo anche gli “scontenti” che si sono defilati dopo la nascita del Crocetta-bis potrebbero trovare posto o Margherita La Rocca Ruvolo o Lillo Firetto. C’è poi Articolo 4, dove crescono in queste ore le quotazioni della giovane deputata palermitana Alice Anselmo. Tra gli altri papabli anche il capogruppo Luca Sammartino.

Le prossime ore dovrebbero essere quelle decisive. L’intento di Crocetta resta quello di chiudere entro domani.

PALERMO – Un passo avanti e due indietro. Il governo doveva essere pronto giovedì scorso. Doveva essere presentato a Graziano Delrio. Niente di fatto. E fumate grigio scuro anche venerdì, nel weekend, fino a oggi. Quando le forze della maggioranza si erano in qualche modo date un appuntamento per il vertice che avrebbe dovuto chiudere la partita. Un vertice che quasi certamente non si farà.

Tra ieri e oggi, infatti, molti big hanno trovato sul cellulare un sms della segretaria particolare di Crocetta, l’ex assessore Mariella Lo Bello che nella sostanza avvisava: “Il vertice è rinviato”. Senza un orario. Senza una data. La prova che i giochi invece di chiarirsi, rischiano di complicarsi.

Anche perché, nelle ultime ore ecco farsi spazio l’ultima novità. Nonostante Crocetta abbia pubblicamente “chiuso” alla presenza dei deputati in giunta, in realtà sottotraccia sembra si stia lavorando a un’ipotesi che vada in quel senso. Poco più di un’intenzione, al momento. Che rischia però di scontrarsi con la volontà di buona parte della maggioranza. E di lacerare ancora una volta la coalizione, generando nuova impasse.

L’ipotesi è l’ingresso in giunta di parlamentari regionali. Ma nel rispetto di due paletti, sostanzialmente. La priorità a deputati “politicamente” giovani e soprattutto che non abbiano grane di nessun tipo con la giustizia. Ipotesi che chiuderebbe le porte a molti parlamentari, compresi quelli, ad esempio, coinvolti nelle recenti indagini sulle “spese pazze” dei gruppi parlamentari.

Un’ipotesi, al momento. Che potrebbe sparigliare le carte. Ma che complica un quadro già abbastanza confuso. Il vero nodo da sciogliere è sempre quello: azzeramento totale oppure no. Il governatore infatti insiste per la difesa delle posizioni di Lucia Borsellino (ma su questo ha l’appoggio praticamente dell’intera maggioranza), di Linda Vancheri (e anche in questo caso non sembra impossibile trovare l’accordo), di Nelli Scilabra e Salvatore Calleri. Sugli ultimi due nomi invece le ostilità sarebbero ampie. Ma proprio l’apertura all’ingresso dei deputati in giunta potrebbe rappresentatre il “contrappeso” buono per tenere tutto in piedi: fedelissimi del presidente e maggioranza. Ma non mancano ovviamente i malumori. “Il presidente – fa sapere qualche big della maggioranza – ha chiesto ai partiti di cambiare tutto, e poi vuole confermare i propri assessori?”.

Insomma, l’identikit del Crocetta ter è ancora tutto da scrivere. Altro che blitz. Altro che crisi-lampo. La crisi continua. E la giunta non sarà pronta, salvo clamorose sorprese, nemmeno domani. Il giorno fissato dallo stesso Crocetta per la presentazione a Sala d’Ercole. Ma martedì, a Sala d’Ercole, si tornerà a discutere di mozione di sfiducia al presidente. E in questo quadro, gli scontenti pronti a “piazzare” uno dei sei voti utili per staccare la spina alla legislatura, potrebbero sorprendentemente trovarsi. Mentre qualche leader della coalizione ironizza: “Il giorno della mozione di sfiducia, saremo ancora lì a discutere di come formare questo nuovo governo”.

Le parole del presidente Crocetta

“Voglio ricomporre assolutamente la maggioranza, è l’obiettivo primario. Anche per respingere gli attacchi del vecchio sistema di potere che in Sicilia vuole impedire i cambiamenti”. Lo dice all’ANSA il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta.


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