Il "Salva Catania" contenuto in Manovra: eviterà un nuovo dissesto

Ecco il “Salva Catania” contenuto in Manovra: eviterà un nuovo dissesto

Gli interventi ed il fronte Trantino-Meloni

CATANIA – Tra le pieghe della Legge di Bilancio approntata dal Governo nazionale, già vidimata dalla Ragioneria dello Stato ed in attesa di essere ratificata dal Parlamento, si scorgono alcuni passaggi che decreteranno con ogni probabilità la definitiva uscita della città di Catania dall’incubo del dissesto-bis.

Centoquarantadue pagine parecchio tecniche che sono da intendere come una manovra blindata e che contengono una sorta di Salva Catania senza che fosse necessario citare Catania. Ed a meno di improbabili imboscate nel passaggio tra Montecitorio e Palazzo Madama, tutto lascia presagire che il via libera, a quella che un tempo nel lessico politico era la Finanziaria, consentirà a Palazzo degli elefanti di uscire pian piano dallo spettro del baratro economico-finanziario.

La cucitura politica di Trantino

In questo contesto, la premessa essenziale è, anzitutto, politica. Per quanto ci risulta (ed in alcuni frangenti lo abbiamo anche raccontato) in questi mesi vi è stato un intenso e lungo lavoro di trattativa condotto dal primo cittadino Enrico Trantino con il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano. Un lavoro di cucitura che fa seguito al sostegno che la Premier Meloni aveva garantito allo stesso Trantino nel maggio scorso nella sua discesa alle falde dell’Etna. Il sostegno tecnico dell’Anci (l’associazione nazionale dei comuni) ha di fatto chiuso il cerchio.

Il dettaglio del “Salva Catania”

Ma veniamo al dettaglio. 
È l’articolo 80, in particolare, quello attorno al quale ruota la partita. In calce, nero su bianco, viene riportato un intervento che permetterà di affrontare l’aspetto più critico in assoluto: quello delle masse passive

Si legge a pagina 84 della Legge di Bilancio: “Ai fini del riequilibrio strutturale, ai comuni capoluogo di città metropolitana che alla data del 31 dicembre 2023 terminano il periodo di risanamento quinquennale decorrente dalla redazione dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, è riconosciuto un contributo di 10 milioni di euro, per ciascuno degli anni dal 2024 al 2038, da ripartire, in proporzione al disavanzo risultante dal rendiconto 2022 trasmesso alla Banca dati delle amministrazioni pubbliche (BDAP) entro il 31 dicembre 2023, anche su dati di preconsuntivo”.

È un’istantanea che cristallizza la possibilità di incamerare 150 milioni in quindici anni da sfruttare nei confronti di quei creditori che, in corso di proclamazione di dissesto finanziario, non hanno accettato la transazione. Un articolo 80 che, nei fatti, stoppa lo spettro di un nuovo default per il Comune di Catania che tuttavia, va ricordato, al momento ha da far fronte ad una massa passiva da 250 milioni di euro.

Gli altri interventi in Manovra

Almeno altri due ordini di intervento potrebbero interessare la città di Catania. 

Il primo: la possibilità di aumentare l’Addizionale Irpef e dei diritti di imbarco portuali e aeroportuali passando, come da normativa, dal Consiglio comunale.
“I comuni di cui al comma 1 hanno facoltà di istituire, con apposite delibere del Consiglio comunale, un incremento dell’addizionale comunale all’IRPEF, in deroga al limite previsto dall’articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 28 settembre 1998, n. 360, non superiore a 0,4 punti percentuali, e un’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale per passeggero non superiore a 3 euro per passeggero”.

Il secondo: il rapporto di transazione con i creditori.
“I Comuni, di cui al comma 1, che si trovino a dover soddisfare debiti provenienti dal dissesto a causa dell’insufficienza della massa attiva, possono proporre ai singoli creditori la definizione transattiva del credito secondo le modalità previste dall’articolo 1, comma 575 della legge 30 dicembre 2021, n. 234. Ai medesimi Enti è riconosciuta, altresì, la facoltà di ricorrere ad un piano decennale di rateizzazione dei debiti per i quali i creditori non hanno accettato la transazione proposta dalla Commissione (OSL). La rinuncia da parte dei creditori agli interessi dà diritto a essere soddisfatti entro il primo biennio”.


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