Sanità, né governo né concorsi | La Lorenzin ha altro a cui pensare - Live Sicilia

Sanità, né governo né concorsi | La Lorenzin ha altro a cui pensare

Le conseguenze del referendum rischiano di complicare l'iter per le assunzioni.

PALERMO – Che fine faranno quelle promesse? Sono passati già dieci giorni dalla discesa in Sicilia della ministra della Salute Beatrice Lorenzin. “L’assessore regionale Baldo Gucciardi – l’annuncio a una settimana dal referendum – nei prossimi giorni arriverà al ministero con la nuova proposta per la rete ospedaliera siciliana”. Di giorni, come detto, ne sono passati dieci. La Rete al ministero non è arrivata. Ma nel frattempo è cambiato tutto: quel governo, forte in quelle ore, è adesso in freezer dopo il tonfo referendario. Sospeso tra le necessità di approvare il bilancio nazionale e la tentazione di andare subito al voto.

E così, la fotografia della ministra, accompagnata dieci giorni fa da un lungo codazzo di supporter per il Sì, guidato dal sottosegretario Simona Vicari, appare già sbiadita, scolorita. Eppure, le promesse erano grosse: “Le notizie per i precari della sanità – disse la Lorenzin – sono buone. A questo punto la Sicilia come le altre regioni farà i concorsi perché bisogna farli”.

“Adesso i concorsi”. Come no. Dopo due anni in cui le assunzioni erano state date per “cosa fatta”, soprattutto dai manager in astinenza da comunicato stampa, siamo ancora qua. Con un dettaglio, che si è aggiunto nel frattempo: il governo Renzi è “saltato in aria” dopo il referendum. Ed è ricaduto in piedi per poche settimane: il tempo di approvare il bilancio. E poi? Poi il voto, ci mancherebbe.

Eppure, la Sicilia per quei concorsi aspetta Roma. Cioè il governo nazionale. E per essere più specifici, da un lato il Ministero dell’Economia e delle Finanze, dall’altro quello della Salute. Cioè quello guidato dalla ministra che dieci giorni fa assicurava: “E’ tutto quasi pronto: presto i concorsi”.

Ma la famosa rete ospedaliera pronta non è. O meglio, lo sarebbe pure, ma adesso, con chi si dialoga per avere il via libera? “Sarebbe grave – spiega a Livesicilia l’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi – se l’iter per l’esame della Rete si fermasse a causa delle vicende che riguardano il governo nazionale. Ma finora – rassicura – non ho avuto elementi che mi spingano a essere pessimista”. In particolare, spiega Gucciardi, per i concorsi della cosiddetta “emergenza-urgenza”: “Circa duemila posti di lavoro che potrebbero essere messi a bando subito”. Se solo il Mef desse il via libera. Ma adesso, il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, è proprio tra i papabili a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio, nel caso in cui nascesse a Roma un “governo di scopo” utile a varare alcune riforme-chiave (compresa una nuova legge elettorale), prima del voto.

“Attendevo una risposta da Roma – ammette Gucciardi – a attendo ancora. Ma sono fiducioso. Al Mef ho mandato gli ultimi dati utili venti giorni fa”. In piena campagna referendaria, quindi. Poco prima che la Lorenzin venisse nell’Isola a spiegare che “ci siamo quasi”.

Ma adesso, la ministra dell’Ncd di Alfano, è, diciamo così, un po’ meno “ministra”. L’esecutivo non ha più un orizzonte a lungo termine, e lo stesso Renzi, nel suo discorso di “commiato” nella notte del voto, ha esplicitamente sottolineato la “fine di questa esperienza di governo”. E allora? Chi sarà adesso l’interlocutore della Regione per l’esame della Rete ospedaliera?

“Molti di quei passaggi – precisa il presidente della Commissione Sanità all’Ars, Pippo Digiacomo – sono sostanzialmente tecnici, quindi credo che si possa andare avanti dialogando con i dirigenti”. Che devono comunque seguire un indirizzo politico. Si assumeranno questa responsabilità, visto che il governo che nascerà (o resterà in piedi) dovrà limitarsi alla manovra finanziaria? “Certo – aggiunge però Digiacomo – il fatto che salti un governo non è certamente irrilevante. A questo punto, forse sarebbe il caso di accelerare, di forzare: Gucciardi porti la Rete ospedaliera in Commissione Sanità e faccia il decreto. Se il Ministero vorrà contestare qualcosa, potrà farlo in seguito. Si è andato oltre – conclude – ogni ragionevole sopportazione”.

Anche perché la questione Sanità rischia di avere dei riflessi “politici” fortissimi. Anzi, i segni di questa insofferenza dei siciliani per una Sanità bloccata, nonostante le rassicurazioni della ministra, sono già evidenti. “L’ampia vittoria del No in Sicilia – l’affondo dell’associazione dei medici e dirigenti del Sistema sanitario nazionale ‘Anaao Assomed’ – assume un chiaro significato politico: bocciare questo governo Crocetta, incapace in tre anni di concludere il percorso di efficientamento della Rete ospedaliera. È scandaloso – prosegue la nota – il modo in cui si è platealmente cercato di rinviare la definizione di questo importante strumento di gestione della Sanità pubblica”. “Basta a giochi di sottogoverno e di anomalo procacciamento del consenso – aggiunge il segretario regionale dell’Associazione, Pietro Pata – l’assessore Gucciardi deve presentare al più presto la Rete Ospedaliera. Il governo di cui fa parte, deve decretare la Rete e deve quindi iniziare subito la stagione concorsuale”. E le critiche sono tante e diffuse. Come quella dei precari della Sanità che si sono riuniti in un coordinamento con tanto di blog. I lavoratori puntano il dito in particolare contro la “lievitazione delle promesse da 5 mila a 7 mila posti da occupare ma con procedure da attivare in un imprecisato futuro e senza tener conto di quanti stanno tenendo in piedi la baracca. Chiari ed ulteriori segni di un vero e proprio accanimento contro la sanità siciliana – concludono – che viene da lontano per insipienza del ceto politico nostrano”. Nonostante le promesse della ministra.


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