Sant'Agata, tradizioni, ritualità e identità del popolo catanese

Sant’Agata, tradizioni, ritualità e identità del popolo catanese

Le feste patronali come proiezione di se stessi
IL PARERE DELLA PSICOLOGA
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“Così come l’Etna è il simbolo che caratterizza il panorama e l’immagine della città di Catania, Sant’Agata è l’elemento forte del suo orizzonte mentale e spirituale”, (Mons. G. Baturi)

In questi giorni a Catania sono in pieno svolgimento le festivitá legate alla Santa patrona Agata, e l’intera popolazione si ritrova a celebrare con grande fervore e partecipazione questa “potente” figura femminile, simbolo di grande resistenza e coraggio, il cui carisma si conserva intatto nel tempo.
A distanza di secoli dall’inizio della sua venerazione è ancora così forte la devozione per questa vergine martire, che la festa in suo onore è considerata  la “terza” al mondo per numero di partecipanti.

In numerosissimi infatti, i questi giorni spiritualmente molto intensi, si ritrovano simbolicamente abbracciati attorno al culto di Sant’Agata, con i cuori che battono all’unisono nella gioia e nell’emozione di una fede comune.

Fede e folklore

L’intera comunità catanese porta in gloria con grande orgoglio la propria Santa protettrice manifestando, attraverso la partecipazione ai vari rituali e ai momenti di fede, che si intrecciano anche con quelli maggiormente folkloristici  (si veda, ad esempio, la tradizione dei cerei  -o “candelore”-, grosse costruzioni in legno riccamente decorate in stile barocco siciliano con al centro un grosso cero, che rappresentano le corporazioni delle arti e dei mestieri della città), un forte desiderio di vivere i giorni di Agata al suo fianco, in processione per le vie della città sotto la “vara”, al cospetto delle sue reliquie, in ammirazione del suo sguardo per implorare la sua intercessione o, piú semplicemente, per trovare quel conforto necessario a superare i momenti di difficoltà.

Il forte legame coi Santi patroni 

Ma che cos’è che rende così forte e profondo il legame spirituale ed umano con questa nobile figura femminile, simbolo di grande fede in Dio e dignitosa ed esemplare resistenza al martirio, che rappresenta per i fedeli non solo un modello da ammirare, ma anche un aiuto da invocare contro le sciagure della vita? (si vuole ricordare che questo ruolo di “protettrice della città” le fu affibbiato a circa un anno dal suo martirio, quando la città di Catania venne salvata da una violenta colata lavica dell’Etna, risparmiata all’ultimo minuto grazie ad una processione durante la quale i cittadini portarono il velo sacro della martire nei pressi della colata, ed essa miracolosamente si arrestò).

Qual è il significato profondo che si cela dietro queste grandi manifestazioni di fede e devozione, che poi sono quelle che accomunano ogni comunità nel rapporto con i propri Santi patroni?

Il risveglio della “coscienza storica”

Bisogna innanzitutto dire che tutte le feste patronali hanno un valore simbolico molto importante in quanto in esse le comunità “proiettano la propria stessa identità”.

Considerate da sempre manifestazioni appassionate dei sentimenti religiosi e delle radici culturali di un popolo, ne rappresentano il “monumento della sua storia”, che permette di fare memoria e di riassaporare certe tradizioni senza le quali ogni comunità sarebbe un deserto senza narrazione, senza linguaggio.. senza, appunto, identità.

Esse hanno il merito di risvegliare, specialmente nei piú giovani, quella “coscienza storica” fatta di valori e costumi popolari, usanze e sapori passati, forme e modi di una ritualità tramandata di generazione in generazione, che permette di porre le basi per guardare al futuro facendo perno su solide radici.

Di fatto festività e riti sono il “collante” di ogni comunità: i bambini, attraverso di esse, imparano a farne parte, a partire proprio dalle consuetudini e dalle usanze che vengono condivise in famiglia.

Tradizioni e Ritualità, “Identità” di un popolo 

È cosí che tradizioni e ritualità rappresentano l’essenza stessa di una comunità, dando origine a quel “senso di appartenenza” che dona calore e speranza, ed aiuta a non sentirsi soli, proprio in virtù del far parte di una cosa piú grande.

Quando vengono celebrate le festività insieme agli altri ci si “sintonizza” a livello emotivo, e questo regala un grande senso di unita’ e coesione, dato proprio dalla partecipazione alle comuni esperienze.

Una delle loro funzioni piú importanti è quella di “rafforzare i legami sociali”, necessaria piú che mai in un periodo storico che ci vede sempre piú come “isole“, convinti di poter fare a meno degli altri.

La partecipazione condivisa ai momenti di vita spirituale, e le occasioni di incontro con familiari e parenti sono un richiamo a quel senso di comunione fisica ed emotiva, tanto importante nell’ottica di un’appartenenza sociale che va assolutamente rivalutata e rafforzata.

La dimensione spirituale

Accanto a ciò, questi momenti di devozione permettono l’accesso ad una dimensione piú ampia ed astratta, rispondendo cosí alla necessità vitale dell’uomo di dare spazio alla “spiritualità”, in una pausa dalla razionalità che, anche se temporaneamente, allontana dalla quotidianità e dai doveri che essa comporta.

Si ha la possibilità di fermarsi a riflettere, ed aprirsi a sensazioni per le quali di solito non c’è nè tempo nè spazio, attraverso un lavoro di nutrimento del proprio spirito in una “dimensione condivisa”, che fa percepire un senso profondo di appartenenza ad una stessa identità, unica ed ereditabile.

Storie che si tramandano

Quello con i Santi patroni è dunque da considerarsi un fondamentale appuntamento con la Storia che, tra i tanti, ha anche il senso di non far cadere nell’oblio le vicende di uomini e donne “eccezionali”, ed il significato piú profondo che le stesse hanno per le comunità dalle quali vengono festeggiati;

un incontro con tradizioni e riti che continuano a resistere nei secoli in quanto conservati ed ereditati da una generazione all’altra nel rispetto del sapere originario.

E come ogni anno, da giorno 6, i catanesi riprenderanno con la loro vita di tutti i giorni, soddisfatti dall’aver dedicato corpo ed anima ai memorabili e calorosi festeggiamenti che da sempre la città riserva alla sua “Santuzza”, e sempre piú orgogliosi di far parte di una comunità unica, ispirata ad una “grande donna” che si sacrificò per i propri valori, mostrando una fede incrollabile ed una resistenza perseverante.

Sant’Agata intanto continuerá a vivere nel cuore dei suoi fedeli, anche oltre i confini della sua città di origine, ovunque nel mondo vi sia traccia di catanesi

[La dottoressa Pamela Cantarella è una Psicologa Clinica iscritta all’Ordine Regione Sicilia (n.11259-A), in formazione presso Scuola di Psicoterapia ad orientamento Sistemico-Relazionale]


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