“Ci rendiamo conto che il chiasso della nostra contemporaneità distratta, rischia di privarci dell’ossigeno del rapporto profondo con la Parola di Dio? Rischia di allontanarci dalla preghiera autentica e vissuta, dal silenzio ricercato e gustato come intimo colloquiare con il nostro Dio? Siamo tutti chiamati alla vita eremitica? No! Certamente! Non tutti! Ma tutti siamo chiamati a vivere la ”grotta” della nostra interiorità con la volontà ferma di non cedere all’inganno di una società atea e materialista che relega Dio nel privato delle coscienze”. E’ un passo dell’omelia nella Messa celebrata oggi dal cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, per i festeggiamenti della Santa Patrona di palermo, Santa Rosalia. Presente in una Cattedrale gremita anche il sindaco di Palermo, Diego Cammarata.
“Come Rosalia, i discepoli di Cristo, vigilano da servi operosi e responsabili. Questa operosità, nell’ambito della chiamata alla santità che e’ percorso di tutta la nostra vita, è svolgere quella missione che Dio ci consegna rendendoci figli nel Figlio. Quale, in particolare? Quella della carità – prosegue il cardinale Romeo – Ossia la missione di essere responsabili di quei fratelli e di quelle sorelle che a vario titolo ci sono stati affidati, di essere solleciti verso i loro bisogni, di trarre esempio dal Cristo che si china a lavare i piedi ai suoi, deponendo le vesti e donando la vita per gli amici. Sull’esempio di Rosalia, l”’attesa” di Cristo, cui ogni buon discepolo si rivolge e si prepara, deve farsi ”attenzione”ai fratelli, per vivere ogni giorno facendo una sapiente scorta d’amore”. E conclude: “A Santa Rosalia, ancora una volta, affidiamo la nostra città e la nostra Chiesa, soprattutto le membra più doloranti e indifese, le più escluse e le più infelici”.