Scatta la vendetta dopo l'omicidio |I presunti assassini confessano - Live Sicilia

Scatta la vendetta dopo l’omicidio |I presunti assassini confessano

Davide Celso ha raccontato agli inquirenti di essere stato lui a sparare contro Daniele Di Pietro, ucciso mercoledì a Librino. I familiari dei fermati sono stati trasferiti in una località segreta. I NOMI

la svolta alle indagini
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CATANIA – “Ho ammazzato io Daniele Di Pietro”. Davide Celso si è presentato ieri alla caserma dei Carabinieri di Fontanarossa e ha confessato il delitto. Ha fatto una scelta dettata dal timore di una ritorsione per se stesso, ma soprattutto per tutta la sua famiglia. E’ iniziato così l’interrogatorio con il pm Marisa Scavo, durato fino a notte fonda. Dai carabinieri si sono presentati anche i due fratelli, Antonino e Michele e il minore. La Procura dei minorenni ha spiccato il provvedimento di fermo anche per lui. Nelle prime ore di questa mattina i quattro sono stati trasferiti in carcere: i tre fratelli sono detenuti a Piazza Lanza.

Davide si è addossato ogni responsabilità: al viale Bummacaro 9 ci sarebbe andato da solo. Ha aspettato che il 39enne arrivasse sotto casa a bordo del suo scooter e ha fatto fuoco. “Ho sparato prima con una pistola – ha raccontato – e non appena si è scaricata ho preso l’altra”. Questa la sua versione che, però, non sembra aver convinto gli inquirenti: il provvedimento di fermo (uno emesso dalla Procura dei minori) è infatti stato spiccato nei confronti di 4 persone.

Dodici colpi in totale, calibro 38 e 7.65. Sette i proiettili che non hanno lasciato scampo a Daniele Di Pietro, morto in ambulanza durante la disperata corsa verso il Vittorio Emanuele. Erano le 15.30. Il movente sarebbe riconducibile a questioni di droga e soldi.

E mentre i carabinieri facevano i rilievi e attivavano le indagini per risalire all’identità dei sicari. I parenti della vittima avrebbero iniziato le contromosse per vendicare l’omicidio. Poche ore dopo l’agguato una panineria di Librino riconducibile alla famiglia Celso è stata incendiata. E allora prima di cadere in un agguato, Davide e i suoi fratelli hanno deciso di costituirsi. Anche perchè i tre sapevano che i carabinieri erano già sulle proprie tracce.

Moglie, figli e parenti dei tre fermati sono entrati a far parte di un programma di protezione dello Stato e sono stati trasferiti in località protette.

Entro lunedì il Gip fisserà la data per l’udienza di convalida dei fermi e si svolgerà l’interrogatorio di garanzia.


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