Schifani e la nuova giunta: cosa ci attende? - Live Sicilia

Schifani e la nuova giunta: cosa ci attende?

Mi riferisco al governo regionale in Sicilia, finalmente nel pieno delle sue funzioni, guidato dall'ex presidente del Senato
IL COMMENTO
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Certo, per carità, dobbiamo attendere i fatti prima di giudicare. Mi riferisco al governo regionale in Sicilia, finalmente nel pieno delle sue funzioni, guidato dall’ex presidente del Senato, e fedele seguace di Silvio Berlusconi, Renato Schifani. La buona educazione pretende tale dichiarazione di comodo, attendere i fatti appunto. A volte, però, diciamo pure spesso, la buona educazione si confonde con l’ipocrisia o con la mancanza di coraggio. Il coraggio di affermare, per esempio, che ci sono casi, e in politica sono parecchi, in cui non occorre affatto attendere i fatti per immaginare come saranno i prossimi mesi, i prossimi anni per la Sicilia e i siciliani.

Schifani e la giunta siciliana

Non occorre attendere i fatti in quanto di fatti, del passato lontano e recentissimo solitamente con i medesimi personaggi, ne abbiamo a vagonate. In politica hanno un profondo significato le circostanze e le storie (politiche ove note) delle persone che “per volontà popolare” – al netto delle spaventose percentuali di astensionismo che rinsecchiscono enormemente una “volontà popolare” divenuta di minoranza – o per volontà dei potenti di turno (a Roma come a Palermo) assumono cariche istituzionali. E le storie personali (politiche ove note) dei protagonisti in campo (vale particolarmente per la destra adesso vittoriosa, ma pure in generale per il centro e la sinistra) non ci prospettano, con tutto il dovuto rispetto per ognuno, dei neo rivoluzionari alla Robespierre animati dal fuoco degli ideali di uguaglianza, fraternità e libertà a costo della vita, ma manco dei credibili rinnovatori della politica e delle stesse istituzioni ridotte, ormai, loro ne sono consapevoli mostrando di accettare tale realtà, a mere caselle del potere da occupare a prescindere da comprovate competenze, assenza di vicende giudiziarie e da legami parentali con chi è in grado, direttamente o tramite altri, di condizionare le scelte.

Gli assessori e gli equilibri

Piuttosto assistiamo ai soliti riti imposti dall’appartenenza, dai funesti equilibri, a scapito della sostanza, tra partiti di una maggioranza, tra correnti e fazioni. Piuttosto assistiamo allo scambio di posizioni, di ruoli e incarichi di governo e sottogoverno, indipendentemente dai bisogni dei cittadini, dei territori e dalle capacità effettive di notabili, capi bastone e maghi del consenso. Livesicilia ha doverosamente dato conto ampiamente delle circostanze che hanno accompagnato la nascita del governo Schifani e le premesse – l’attesa infinita prima di procedere alla nomina degli assessori, i diktat romani, soprattutto di Fratelli d’Italia, che hanno mandato in soffitta l’intenzione di Schifani di nominare assessori solo deputati regionali, la frantumazione della maggioranza per la profonda spaccatura in Forza Italia dovuta allo scontro, cui Berlusconi sta cercando di porre fine, tra Gianfranco Miccichè e il neo governatore – non sono affatto promettenti. Pessimismo esagerato di chi scrive? No purtroppo, magari si trattasse solo del pessimismo di un osservatore. Si tratta, invece, lo ripetiamo, di lettura della storia di questa sciagurata terra di Sicilia e delle storie di chi siede, talvolta non si capisce bene come e perché, o si capisce troppo bene, nelle poltrone vellutate della stanza dei bottoni.

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