Schifani, Salvini e il Ponte sullo Stretto - Live Sicilia

Schifani, Salvini e il Ponte sullo Stretto

Qualcosa che non torna.
SEMAFORO RUSSO
di
2 min di lettura

A volte leggendo certe dichiarazioni di esponenti politici, addirittura con ruoli istituzionali di primo piano, non si capisce bene se ci si trovi su “Scherzi a parte” o se davvero costoro pensano di poterci impunemente imbottire di parole vuote tanto la gente ci crede e poi dimentica. Ecco l’incredibile “uscita” del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani durante un convegno sulle infrastrutture sicule: “Non c’era mai stato un ministro alle Infrastrutture così votato alle necessità di quest’Isola. Per il Ponte sullo Stretto la Sicilia sarà al tuo fianco, perché è giusto che ognuno incoraggi le iniziative legislative del ministro. Così la politica recupera consenso”. 

Il ministro cui Schifani si rivolge, perché presente, è Matteo Salvini, uno che, lo sanno pure i bambini, da anni non dorme la notte a causa dei mille problemi irrisolti del Sud e della Sicilia in particolare. Insomma, scopriamo un lato sconosciuto del nostro governatore: ama divertire l’uditorio con battute esilaranti. Da tenere in conto le affermazioni di Salvini – evidentemente a proposito di battute esilaranti gli piace fare a gara con Schifani – secondo il quale la costruzione del Ponte sarebbe vera antimafia per le migliaia e migliaia di posti di lavoro che ne deriverebbero. Si sa, la mafia prospera sulla disoccupazione, soprattutto giovanile. Ma che bella intuizione!

Le domande però sorgono spontanee: quindi, per il ministro Salvini dobbiamo attendere il Ponte per combattere concretamente la mafia? Forse altre indispensabili opere infrastrutturali attese da decenni, e assai più urgenti, non svolgerebbero la medesima funzione antimafia? Sfugge al ministro Salvini la capacità criminale di Cosa Nostra di infilarsi lì dove abbonda il denaro pubblico? Attenzione, chi scrive non è aprioristicamente ostile al Ponte sullo Stretto, il punto è un altro e, grazie all’on. Angelo Bonelli che ha tirato fuori l’episodio, ce lo illustra proprio Matteo Salvini (il video lo potete agevolmente trovare su YouTube) quando con toni da comiziante sentenziò che parecchi ingegneri dicono che l’opera non sta in piedi, che il 90% della rete ferroviaria è a binario unico e che la metà dei treni va a gasolio.

Di fronte a tale situazione – continuò – lui non era disponibile a spendere miliardi per un ponte in mezzo al mare. Applausi. Peccato che è l’esatto contrario di quanto sostenuto oggi, peccato che il ministro non si sia soffermato anche sulla nostra rete stradale e autostradale, roba da piangere a dirotto (molto più dignitose le regie trazzere), sul caro prezzi dei voli da e per la Sicilia, sulla necessità di intervenire sul potenziamento delle realtà portuali civili, commerciali e turistiche.

In conclusione, per carità si può cambiare idea e non è corretto rimanere prigionieri di quanto sostenuto nel passato, l’importante però è tenere una certa coerenza logica, lo pretendiamo da un ministro della Repubblica, evitando di gettare fumo negli occhi con il Ponte (magari tecnicamente irrealizzabile) quando nulla si fa per rendere la Sicilia competitiva e vivibile in materia di trasporti e mobilità interna.


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