Scommesse clandestine: confisca da 160 milioni VIDEO- Live Sicilia

Scommesse clandestine e riciclaggio: confisca da 160 milioni VIDEO

La Guardia di Finanza ha eseguito il provvedimento del Tribunale.

CATANIA – Un patrimonio di 160 milioni di euro è stato confiscato agli imprenditori Francesco Catacchio e Antonio Di Marzo, accusati di associazione per delinquere, raccolta di scommesse clandestine, riciclaggio, truffa allo Stato ed evasione fiscale con l’aggravante del reato transnazionale. È arrivato il primo risultato processuale dell’inchiesta Doppio Gioco, scattata un anno fa, che aveva portato a documentare un giro di scommesse clandestine che partiva dalla Sicilia coinvolgendo Emilia Romagna e Puglia e poi Germania, Polonia e Malta. Il provvedimento è stato eseguito dal comando provinciale di Catania e dal Servizio centrale investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) della Guardia di finanza.

L’inchiesta era culminata con 23 misure cautelari emesse dal gip di Catania Santino Mirabella. Nel sottobosco delle indagini il giro vorticoso degli affari dei fratelli Giuseppe e Carmelo Placenti, i bookmakers di Cosa nostra. E infatti tra i reati fine contestati c’era l’aggravante di aver agevolato il clan Santapaola-Ercolano. Le indagini delle unità specializzate antiriciclaggio e dal Gico del Nucleo Pef di Catania erano scattate dopo la segnalazione di un’operazione sospetta riguardo a un sistema oleato che avrebbe permesso l’illecita raccolta e gestione delle scommesse sportive on line e al conseguente riciclaggio (pulizia) dei proventi.

“Nel dettaglio – scrive la Procura di Catania in una nota– è stato evidenziato (nella fase delle indagini preliminari, ove non si era realizzato pienamente il contradittorio con le parti) che gli indagati avevano ideato su internet un’apposita piattaforma di gioco, non autorizzata a operare in Italia, attribuendone la proprietà a una società maltese”. La rete illecita sarebbe stata molto funzionale: “l’associazione criminale avrebbe realizzato un’illecita raccolta di scommesse ‘da banco’ sull’intero territorio nazionale, attraverso una rete di agenzie, collegate a una piattaforma di gioco”.

A quel punto è partita da parte della Guardia di finanza la verifica fiscale del nucleo Pef di Catania. I pezzi del mosaico si sono incastrati. “La società maltese” avrebbe avuto una struttura stabile “in Italia, che, dal 2013 al 2016” avrebbe “conseguito ricavi non dichiarati per 570 milioni di euro e” avrebbe “omesso la dichiarazione dell’imposta sulle scommesse per circa 30 milioni di euro”.

Un incontrollabile flusso di denaro sarebbe stato alimentato dal sistema illecito. Infatti “solo una parte minimale delle scommesse avveniva on line, mentre la maggior parte delle puntate sarebbe stata effettuata in presenza e pagata in contanti”.

Gli importi delle scommesse, raccolte dalle varie agenzie in Italia, e i guadagni dell’evasione fiscale sarebbero finiti nei conti di una società maltese e, da lì, sarebbero stati ulteriormente riciclati nell’acquisito di terreni, fabbricati, società in Italia (Puglia ed Emilia-Romagna) e in Germania. L’apparato investigativo ha convinto il Tribunale di Catania che accogliendo la richiesta della Procura ha “disposto, nei confronti di Catacchio e Di Marzo la confisca del profitto dei reati per cui si è proceduto, per complessivi 160 milioni di euro”. Il Tribunale ha anche disposto la condanna dei due per i reati contestati.


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