Capita a tutti di sbagliare. Rubare i copricerchi della macchina della sorella di Gianni Nicchi, però, è troppo. Specie se il furto avviene sotto casa del capomandamento Michele Armanno. Meno male che il boss se n’è accorto. Altrimenti, qualcuno avrebbe malignato sulla sua capacità di controllare il territorio. Che invece, secondo gli inquirenti, è assoluta. Le telecamere piazzate dai carabinieri hanno registrato le immagini dell’impacciato dietrofront di Maurizio Lareddola, uomo di fiducia di Armanno. Siamo in una stradina nella zona di Corso Calatafimi. Nei primi giorni di settembre 2010. Lareddola, come quasi tutte le mattine, passa a prendere il capo. Arriva a bordo di una Fiat Cinquecento. Nota subito un’auto parcheggiata uguale alla sua, persino nel colore. L’unica differenza è che Lareddola ha scelto un modello griffato Dolce e Gabbana. Leggera marcia indietro. Si guarda attorno, si toglie gli occhiali di ordinanza e si abbassa per smontare il copricerchio della ruota anteriore. Stessa cosa con quella posteriore. Fin quando arriva Michele Armanno. Deve avere assistito alla scena dal balcone. Mentre getta la spazzatura parla con Lareddola. Un richiamo ufficiale, come testimonia la scena successiva. Lareddola è obbligato a tornare sui suoi passi. La macchina è di Francesca Nicchi, la sorella del boss che ha preceduto Armanno alla guida del mandamento di Pagliarelli. I carabinieri hanno visto la ragazza, assieme ad altri familiari, frequentare spesso la casa di Armanno. Lareddola rimonta i copricerchi sotto lo sguardo vigile del capomandamento. Che, evidentemente, non si fida appieno visto che controlla se alle altre due ruote della macchina sia stato reso lo stesso servizio. Lareddola si pulisce le mani. Si parte per un’altra giornata di affari. Anzi, di pizzo.
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