Sea-Watch: "Il barchino naufragato è identico a quello segnalato"

Sea-Watch: “Il barchino naufragato è identico a quello segnalato”

La ricostruzione dell'Ong, ci sono 21 dispersi
LA TRAGEDIA
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LAMPEDUSA – “Un barchino identico a quello naufragato ieri a 10 miglia da Lampedusa era stato segnalato in difficoltà 3 giorni fa da Seabird, l’aereo da ricognizione di Sea-Watch. Nessuno è intervenuto. Se questa corrispondenza fosse confermata saremmo di fronte a un grave caso di omissione di soccorso: 21 persone sono tutt’ora disperse”. Lo scrive la ong Sea Watch dopo il naufragio del barchino con 28 migranti a bordo, dei quali 21 risultano dispersi.

Il barchino e i dispersi

“Il 2 settembre, il nostro aereo da ricognizione – continua la Ong – ha segnalato un’imbarcazione in difficoltà a 26 miglia nautiche dalla costa italiana. Abbiamo ragione di credere che questa imbarcazione sia la stessa tragicamente naufragata. L’intervento delle autorità italiane è stato effettuato quando era evidentemente troppo tardi”.

Sea-Watch confrontando le immagini riprese da Seabird con quelle della guardia costiera è convinta che “si tratti della stessa imbarcazione: stessa forma della barca in legno, stesso colore, simile abbigliamento dei sopravvissuti. Inoltre numero di persone a bordo e porto libico di partenza corrispondono ai dettagli inviati alle autorità da Alarm Phone per un caso che riteniamo essere lo stesso avvistato dal nostro aereo”.

“Se questa corrispondenza dovesse essere provata – sostiene la Ong – si tratterebbe di un gravissimo ritardo nell’assistenza a un’imbarcazione in difficoltà e una grave responsabilità nel naufragio del barchino”.

Le parole del coordinatore della Ong

“Abbiamo visto la barca dall’alto; il suo galleggiamento era bassissimo e la situazione instabile – ha detto Meret Wegler, coordinatore tattico di Seabird – . Il fatto che le persone a bordo potevano essere salvate e siano potenzialmente morte ci sconvolge e ci indigna”.

“Se le nostre prove fossero confermate, chiediamo che vengano accertate le responsabilità. Chiediamo al governo italiano e alle autorità europee di indagare su questo naufragio – ha aggiunto Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch italia – . Di fronte a questa ingiustizia, la nostra missione rimane chiara: salvare vite umane e sostenere il principio fondamentale secondo cui nessuno dovrebbe essere lasciato morire in mare.”


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