SeaSoft licenzia dodici dipendenti| I sindacati vogliono vederci chiaro - Live Sicilia

SeaSoft licenzia dodici dipendenti| I sindacati vogliono vederci chiaro

L’azienda parla di “personale strutturalmente in esubero rispetto alle esigenze aziendali”. La Fiom, invece, nutre profondi dubbi circa le difficoltà legate al fatturato in diminuzione.

CATANIA – SeaSoft licenzia dodici dipendenti. “Se la concorrenza vuoi eliminare: acquistala e falla crepare”, recitava lo striscione che campeggiava davanti ai cancelli aziendali durante gli scioperi delle scorse settimane. Sindacati e lavoratori non hanno dubbi: tutta la vertenza SeaSoft è abilmente riassunta in quelle parole. Per comprenderne il senso, però, bisogna fare qualche passo indietro. Per l’esattezza al 2006 anno in cui l’azienda catanese, produttrice di software gestionali, sul mercato dal 1990, viene acquistata per una quota pari al 70% da un’impresa concorrente: la Dylog di Torino che attualmente detiene il pacchetto di maggioranza. L’azienda torinese fa un ottimo acquisto, tenuto conto che SeaSoft era uno dei suoi principali competitor nel settore di riferimento.

Un’operazione questa che avviene un anno dopo l’acquisizione di Buffetti, principale cliente dell’azienda etnea. Già allora la Fiom sentiva puzza di bruciato e paventava lo scenario che oggi sembra prendere forma. Il licenziamento dei dodici lavoratori sembra una conferma soprattutto alla luce dell’asprezza della trattativa sindacale e ai risultati raggiunti: nessun ricorso agli ammortizzatori sociali. La SeaSoft sembra dire, anche abbastanza chiaramente, che la ripresa a causa “della congiuntura economica negativa” è lontana. I dodici dipendenti, insomma, potrebbero essere i primi di una lunga serie di lavoratori (l’organico conta un centinaio di unità) messi alla porta. SeaSoft parla di “personale strutturalmente in esubero rispetto alle esigenze aziendali”. La Fiom invece chiede chiarezza e nutre profondi dubbi circa le difficoltà legate al fatturato in diminuzione. Per la sigla sindacale le presunte perdite sarebbero dovute, semmai, a determinate “scelte aziendali”. Un’ipotesi avallata fino a una settimana fa quando una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto dopo un corteo di protesta nelle vie del centro.

“Oggi dodici lavoratori a casa e domani?” si chiedevano i lavoratori in sit-in. In quell’occasione i sindacalisti Stefano Materia e Margherita Patti affermavano: “Abbiamo chiarito alla Prefettura di avere appreso da un atto pubblico l’esistenza di un contenzioso legale da parte della compagine minoritaria finalizzate a dimostrare la azioni di concorrenza sleale perpetrata da Dylog, azionista di maggioranza a danno, di SeaSoft che opera sullo stesso mercato”. E ancora: “I lavoratori non comprendono perché debbano pagare in prima persona un prezzo così alto e così amaro. Se così non fosse ne saremmo ben lieti; ma allora qualcuno ci smentisca con i fatti queste preoccupazioni sulle cause dell’indebolimento del sito di Catania e ci comunichi magari l’esistenza di un piano industriale anziché un depauperamento in atto”.


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