Dai casalinghi ai grandi eventi| Sequestrati i beni degli Artale - Live Sicilia

Dai casalinghi ai grandi eventi| Sequestrati i beni degli Artale

Lo splendido Baglio regia corte di Partinico

Del patrimonio fa parte un baglio ottocentesco a Partinico. Il lavoro prosegue regolarmente

IL PROVVEDIMENTO
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PALERMO – I fallimenti venivano pilotati. Anzi, provocati per distrarre grosse provviste di denaro. I soldi, invece di andare ai creditori, venivano investiti altrove.

Così la Procura della Repubblica e i finanzieri di Trapani tracciano il modus operandi dell’imprenditore Giuseppe Artale, molto noto nel settore degli articoli per la casa, arrestato l’anno scorso per bancarotta.

Oggi il suo patrimonio è finito sotto sequestro. La sezione Misure di prevenzione del Tribunale ha accolto la proposta del procuratore Alfredo Morvillo, dell’aggiunto Maurizio Agnello e del sostituto Francesca Urbani. Si parla di “acclarate attività delittuose” per cerare “un circolo vizioso in danno dell’Erario e del tessuto sociale”.

L’inizio dell’ascesa imprenditoriale di Artale risale al 1997, quando un incendio di natura dolosa, le cui circostanze sono rimaste misteriose, distrusse un magazzino sulla strada statale per Alcamo, dove era conservata merce per 400 milioni di lire. Il magazzino era della Servizi&Distribuzione srl, una società della famiglia Artale che vendeva all’ingrosso prodotti per la casa.

Quell’incendio non li mise in ginocchio. Da quel momento ci fu “una esponenziale evoluzione economica” attraverso la creazione di numerose società commerciali, riconducibili alla catena commerciale “Tutto a Mille” e successivamente al gruppo Gea che commercializzava casalinghi.

Alcune fonti confidenziali raccontarono che le fortune degli Artale si dovevano alla vicinanza con alcuni boss. Elementi mai riscontrati nel tempo.

Di sicuro, così ha ricostruito la finanza, le verifiche fiscali fecero emergere la fraudolenta gestione contabile delle aziende. In piena crisi economica della Gea i fratelli Giuseppe ed Enzo Artale nel 2007 costituirono società Regia Corte che prese il nome dalla contrada di Partinico dove sorge il baglio ottocentesco comprato nel 2008 con un investimento di poco inferiore al milione di euro. Oggi il baglio è una rinomata location per eventi e banchetti. Anch’esso finisce sotto sequestro insieme ad altri beni e società che valgono diversi milioni di euro.

Secondo l’accusa, i soldi per comprarlo sarebbero stati sottratti dalle vecchie aziende e investiti nel baglio gestito dalla Turismo e servizi sas, sempre riconducibile agli Artale.

“L’attività del Baglio prosegue regolarmente – spiega l’avvocato Petro Riggi -. La struttura è stata presa in gestione dalla società ‘La fabbrica dei sensi’ totalmente estranea alle indagini, tanto è vero che lo stesso Tribunale di Trapani ne ha confermato la gestione. Quindi l’attività proseguirà nel pieno rispetto delle prenotazioni già ricevute e di quelle future”. 


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