Sgombero via De Felice| "Ho dovuto sporgere denuncia" - Live Sicilia

Sgombero via De Felice| “Ho dovuto sporgere denuncia”

Riesplode ancora l''emergenza abitativa, dopo l'occupazione flash dell'immobile di proprietà dell'Istituto Ardizzone Gioeni, il cui commissario sottolinea: "Posso condividere le ragioni della protesta, ma non il metodo dell’occupazione".

CATANIA – “Spazio Recuperato Uzeta”: aveva il nome di un leggendario paladino l’ultima occupazione del comitato “Casa x tutti”, che il 20 febbraio aveva stabilito di riqualificare una palazzina in via De Felice 48, già proprietà dell’Istituto Ardizzone Gioeni, a beneficio delle famiglie sgomberate da via Furnari e via Calatabiano. Dopo appena tre giorni, questa mattina la Digos è intervenuta a sfollare gli occupanti. Si trovano davanti alla Questura alcuni militanti del comitato “Casa x tutti”, in attesa di conoscere le imputazioni dei tre compagni fermati.

“Ancora una volta la questione abitativa è gestita come un attentato all’ordine pubblico, mentre si tratta di un problema sociale”, afferma Fabrizio Cappuccio, esponente del comitato. Rabbia e rammarico nei militanti: “Lo ‘Spazio Uzeta’ poteva essere una risorsa per l’intera città, oltre che per gli inquilini”, spiega Simone Di Stefano, lamentando la carenza di spazi sociali: “Il progetto prevedeva anche di aprire una palestra popolare, un ambulatorio e un doposcuola gratuiti. I nostri legali stanno studiando un modo serio per muoverci: siamo sempre stati disposti al dialogo, ma occorre una risposta e siamo determinati a resistere”.

Peraltro, le tre persone fermate avrebbero opposto soltanto resistenza passiva. Un ulteriore aspetto della questione lo chiarisce Giampiero Panvini, commissario dell’Istituto Ardizzone Gioeni. “Nella mattinata di sabato 20 avevamo deciso che l’immobile in via De Felice – fatiscente, e che ci costa 42 mila euro l’anno di tasse – fosse venduto o dato in affitto. Nel pomeriggio è arrivata la notizia dell’occupazione. Ho dovuto sporgere denuncia: in caso contrario sarebbe stata omissione di atti d’ufficio”.

Panvini è stato presente durante l’operazione di sgombero, e ringrazia le forze dell’ordine e la professionalità dei poliziotti, coordinati dalla dottoressa Paglialunga: “La polizia ha invitato gli occupanti a uscire; le reazioni non sono state violente ma due delle tre persone poi fermate hanno lanciato insulti, mentre il terzo si è fatto portare via senza reagire. Posso condividere le ragioni della protesta, ma non il metodo dell’occupazione; la sorte di queste persone non può che dispiacermi”. Il commissario appare particolarmente sensibile all’idea dell’ambulatorio gratuito: “Come commissario straordinario dell’IPAB ‘Mons. Ventimiglia’, ho curato la realizzazione di una struttura simile un paio d’anni fa, dev’essere stato uno dei primi casi in Italia. Queste persone potrebbero collaborare, o mandarci la gente che ha necessità”.

Quanto alla proposta di “Casa x tutti”, questa prevede un’opera di autorecupero degli immobili. Un nutrito gruppo di cittadini, qualcuno dei quali privo di abitazione stabile da oltre dieci anni, è effettivamente pronto a ristrutturare di propria mano diverse strutture abbandonate sul territorio catanese: in nome del diritto alla casa e di una dignità sempre più difficile da preservare. Agli sfratti si legano infatti storie drammatiche: quelle di chi ha dormito in automobile per mesi, o di chi combatte malattie e disabilità sotto tetti sempre più precari. “Teniamo a regolamentare quanto prima questa situazione”, spiega il comitato: “Una possibilità, già realizzata positivamente a Roma, può essere quella della gestione in comodato d’uso con riparazioni”.

Ma si sollecita una risposta seria da parte delle istituzioni. “Chiediamo un tavolo tecnico con esponenti della Provincia per discutere seriamente la questione, e una moratoria degli sfratti di almeno sei mesi”, afferma Simone Di Stefano. Ma le risposte istituzionali sembrano essere finora inadeguate, come riassume uno dei militanti: “L’assessore Bosco ha parlato di 200 alloggi pronti entro quattro anni, ma nella graduatoria per l’assegnazione ci sono seimila famiglie. L’assessore Villari ha poi sostenuto la mancanza di fondi pubblici per le costruzioni”. Ecco come il recupero degli spazi già esistenti appare il modo più serio di ottimizzare le risorse disponibili. Intanto, per iniziativa comunale, alcune delle 24 famiglie sfrattate da via Furnari sono state alloggiate per un mese in diversi bed & breakfast; anche se già si parla di sovraffollamento e condizioni non accettabili.

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