"Sì ai buoni sentimenti" | Gli auguri del Presidente - Live Sicilia

“Sì ai buoni sentimenti” | Gli auguri del Presidente

Le parole del Presidente Mattarella.

Il discorso di fine anno
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Non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società”. E’ questo forse il centro del messaggio del Presidente della Repubblica, il palermitano Sergio Mattarella, un uomo che sa quanto garbo e fermezza siano necessari compagni di strada, soprattutto in tempi che hanno innalzato la bandiera della ferocia quale elemento rivoluzionario.

Invece, il Capo dello Stato, che ha conosciuto il sentimento della perdita, lo smarrimento che segue una atroce offesa e dunque non pronuncia parole spensierate, ci ricorda quanto la bontà sia fatta di pasta differente dal buonismo. E che ci salveremo soltanto recuperandola. Mai nel rinnegarla.

Diversi sono i temi toccati nel consueto messaggio di fine anno dal Quirinale, con un ventaglio di proposizioni stimolato dalla varietà della cronaca. C’è stato un corposo accenno alla Manovra e al difficile frangente politico. “Sentirsi comunità significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese ….  La vera sicurezza si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza. Sicurezza è anche lavoro, istruzione, più equa distribuzione delle opportunità per i giovani, attenzione per gli anziani, serenità per i pensionati dopo una vita di lavoro: tutto questo si realizza più facilmente superando i conflitti e sostenendosi l’un l’altro”.

Né sono mancati il riconoscimento del valore dell’unità, del significato dell’Europa, con l’auspicio che i prossimi appuntamenti elettorali si svolgano, con uno sguardo alle Europee, in un clima di confronto costruttivo. 

“Molte sono le questioni che dobbiamo risolvere – ha detto il Presidente -. La mancanza di lavoro che si mantiene a livelli intollerabili. L’alto debito pubblico che penalizza lo Stato e i cittadini e pone una pesante ipoteca sul futuro dei giovani. La capacità competitiva del nostro sistema produttivo che si è ridotta. Le carenze e il deterioramento di infrastrutture. Le ferite del nostro territorio. Dobbiamo aver fiducia in un cammino positivo. Ma non ci sono ricette miracolistiche”.

Un rito istituzionale che il Capo dello Stato palermitano ha interpretato impeccabilmente. Ma forse il centro di tutto è quel passaggio sui buoni sentimenti da manifestare senza timore in tempi tanto feroci. L’umanità tornerà di moda?

 

 

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