Si chiude l'era di Romeo| Il cardinale col gusto della politica - Live Sicilia

Si chiude l’era di Romeo| Il cardinale col gusto della politica

Paolo Romeo

Il cardinale acese lascia la guida della diocesi palermitana dopo nove anni in cui ha svolto il suo ministero in modo prettamente “politico”, segnando una profonda distanza con il predecessore Salvatore De Giorgi e ricordando in qualche modo Pappalardo.

PALERMO – Si chiude dopo nove anni l’esperienza palermitana di Paolo Romeo. Il cardinale, mandato nel 2006 a guidare la diocesi del capoluogo siciliano, cederà infatti il posto a don Corrado Lorefice, il nuovo vescovo nominato ufficialmente oggi da Papa Francesco per occupare la cattedra di San Mamiliano. Una scelta di “discontinuità”, quella del Sommo Pontefice, visto che Romeo e Lorefice non potrebbero essere più diversi: diplomatico di lungo corso il primo, abituato ad operare in contesti difficili e a sapersi muovere negli ambienti politici; semplice sacerdote il secondo, con alle spalle una lunga esperienza in mezzo ai giovani e in parrocchia.

Due profili diversi che potrebbero voler dire anche due modi differenti di interpretare il medesimo ruolo. Del resto Romeo, in questi nove anni, ha svolto il suo ministero in modo prettamente “politico”, segnando una profonda distanza con il predecessore Salvatore De Giorgi e ricordando in qualche modo Pappalardo: bacchettate all’indirizzo delle istituzioni, tirate di orecchie alle amministrazioni comunali che si sono succedute, lo scontro in occasione del Festino del 2013 per i simboli del Pride (anche se in quell’occasione ad accendere la miccia fu il segretario del cardinale). Un rapporto difficile da entrambe le parti, come testimonia l’irrituale lettera che Orlando nel novembre dello scorso anno inviò al Papa proprio per lamentarsi di come il vescovo di Palermo gestiva la vicenda dei senzacasa.

Ma Romeo, in questi anni, è stato in grado di conquistare anche la ribalta internazionale con la presunta “profezia” sulla morte di Benedetto XVI, riportata da “Il Fatto quotidiano”. Una storia assai strana, mai totalmente chiarita, che fece finire il cardinale nell’occhio del ciclone: nel corso di un viaggio in Cina il porporato avrebbe infatti previsto la morte del Sommo Pontefice, lasciando pensare a un attentato. Versione smentita dal cardinale. Romeo, acese classe 1938, nato in una famiglia assai numerosa e con alle spalle una lunga carriera diplomatica, non si è però scomposto più di tanto, abituato com’è a gestire situazioni delicate.

Negli anni ha rappresentato il Vaticano in Europa, in Africa, in Canada e in Sud America, in Paesi di frontiera dilaniati dalle guerre e dai regimi dittatoriali, prima di essere nominato nunzio apostolico in Italia. Nel 2006 Benedetto XVI lo invia a Palermo, concedendogli la berretta cardinalizia però solo dopo tre anni: una “punizione”, secondo alcuni, per aver criticato la liberalizzazione della Messa in Latino voluta da Ratzinger. Così come avrebbe promosso una consultazione interna alla Cei per la successione a Camillo Ruini, ma senza l’autorizzazione pontificia.

Considerato un esponente del fronte progressista, Romeo a Palermo non ha mancato di difendere la famiglia tradizionale criticando unioni civili e teorie gender, intervenendo a volte direttamente nel dibattito politico sul futuro della città e attirandosi critiche e attacchi. Un episcopato segnato da due eventi degni di nota, come la beatificazione di don Pino Puglisi e la visita a Palermo di Papa Benedetto, che però volge al termine mentre inizia l’era di Lorefice. E così Palermo si ritroverà con due arcivescovi emeriti cardinali, Romeo e De Giorgi, mentre un parroco si appresta a indossare lo zucchetto.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI