PALERMO – Ha accusato un malore, poi si è accasciato a terra a pochi metri dal Palazzo delle Aquile, dove ieri sera si stava svolgendo la “Veglia ecumenica per il superamento dell’omofobia e della transfobia”. A volerla a Palermo per la prima volta, era stato proprio lui, Nicola D’Ippolito, docente di letteratura italiana e storia in pensione di 67 anni e molto conosciuto nel mondo dell’associazionismo lgbt palermitano.
D’Ippolito, del gruppo “Ali d’Aquila” ieri sera stava dirigendo l’ingresso in piazza di un bandierone arcobaleno di venti metri, retto dagli esponenti delle chiese organizzatrici della veglia e da tutti i principali leader dell’associazionismo lgbt palermitano e del coordinamento pride che hanno aperto la fiaccolata partita dalla chiesa di Casa Professa: una volta giunte al Palazzo delle Aquile le associazioni avrebbero dovuto leggere alcune testimonianze e sottoscrivere una lettera destinata al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio. Ma D’Ippolito si è sentito male poco prima di arrivare in piazza Pretoria.
I soccorsi sono stati chiamati subito, ma nonostante i diversi tentativi di rianimarlo, D’Ippolito non ce l’ha fatta. “Marciava davanti a noi – racconta chi si trovava con lui ieri sera -. Guidava la marcia della veglia. Nicola si è accasciato al suolo e non si è più rialzato. Per me, che stavo immediatamente dietro di lui, è stata un’esperienza sconvolgente. La marcia si è fermata. Medici e operatori hanno lavorato più di un’ora nel tentativo di rianimarlo, ma non c’è stato nulla da fare. Nicola è morto davanti alle persone che amava e che lo amavano, durante l’evento dell’anno per lui più importante. Evento di cui è stato primo promotore a Palermo. La veglia di questa sera fino a quel momento era stata bellissima, solare e positiva come non mi ricordo fosse stata prima. Nicola vi aveva contribuito notevolmente”.
Su Facebook sono decine i messaggi di cordoglio sulla pagina di D’Ippolito, molto apprezzato per il suo impegno, da anni, nel volontariato e nei diritti umani. “Sei stato fino all’ultimo vicino alla tua bandiera arcobaleno – scrive Fabio – non volevi andartene solo e per l’ultimo saluto hai avuto tutti i tuoi amici, tutti i tuoi gruppi, tutte le tue chiese, tutta la Palermo bella che lotta contro l’omofobia e la transfobia, che tu hai realizzato per primo a Palermo nel 2007, e che oggi si è riempita di tanti compagni di strada. Avresti dovuto consegnare al Palazzo delle Aquile la lettera su “pari dignità e diritti”. Mancavano pochi metri all’ingresso del Comune, ma ci hai lasciati proprio dietro l’angolo di Piazza Pretoria, increduli, come un colpo di teatro, da grande uomo del teatro quale tu sei stato. Ciao Nicola”.
“Sono profondamente addolorato per l’improvvisa scomparsa di Nicola D’Ippolito, instancabile difensore dei diritti di tutti. Mi unisco al dolore dei familiari e voglio ricordare il suo grande impegno civile che ha contraddistinto la sua esistenza”. È quanto afferma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ieri sera era presente alla veglia ecumenica di preghiera per il superamento dell’omofobia e della transfobia, che si è svolta in Piazza Pretoria e, durante la quale, è venuto a mancare, in seguito ad un malore, l’ex presidente di Arcigay Palermo e membro del gruppo Ali D’Aquila, Nicola D’Ippolito.
Ieri sera è stata consegnata al primo cittadino una lettera aperta, mirata all’approvazione di una legge che tuteli i diritti di tutti e di ciascuno contro ogni forma di omofobia a transfobia.
“Continueremo le sue battaglie – ha aggiunto Orlando – oggi farò avere al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, seguendo la volontà di D’Ippolito e quella di tutti coloro che hanno partecipato ieri alla fiaccolata, la lettera aperta contro l’omofobia e la transfobia, di cui Nicola era il primo firmatario, e che io ho firmato ieri sera”. L’Amministrazione comunale ha disposto, inoltre, l’inizio della raccolta firme, sin da oggi, a Palazzo delle Aquile e in tutte le otto circoscrizioni. Questa sera si svolgerà una veglia presso l’abitazione di D’Ippolito.