Caso Sicilia a Cannes: niente gara, indaga la Procura

Caso Sicilia a Cannes: 6 milioni senza gara, indaga la Procura

Occhi puntati sull'affidamento diretto della commessa
FESTIVAL DEL CINEMA
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PALERMO – Si muove anche la Procura della Repubblica. L’evento organizzato e pagato dalla Regione siciliana al festival cinematografico di Cannes finisce sotto inchiesta del procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Sergio Demontis.

Si va verso l’apertura di un nuovo fascicolo, oppure un’inchiesta sulla spesa dei fondi per il turismo c’era già e si arricchisce del capitolo su La Croisette. Le indagini diventano tre. Due della magistratura – contabile e ordinaria – e una interna alla Regione. Il governatore Renato Schifani ha chiesto chiarimenti all’assessore al Turismo Francesco Paolo Scarpinato.

È vero che tutto “fa parte di una programmazione triennale portata avanti dallo scorso governo” (l’assessore era Manlio Messina) – ha detto Schifani – ma “l’adozione di questi provvedimenti è sfuggita alla sottoposizione della giunta“. Insomma, il governo regionale “ignorava” la questione e Schifani ha chiesto gli atti a Scarpinato. Che dal canto suo si dice certo che non ci siano state anomalie.

La Procura della Corte dei conti della Regione siciliana, guidata da Pino Zingale, nei giorni scorsi ha aperto un fascicolo sul “Sicily, Women and Cinema” che dovrebbe pubblicizzare l’Isola, anche con una mostra fotografica, al prossimo festival. I pm contabili guardano i fatti sotto il profilo di un eventuale danno erariale. Per la manifestazione di quest’anno si spenderanno 3,7 milioni di euro, che si aggiungono ai 2,2 spesi l’anno scorso.

I pm ordinari sono invece interessati all’affidamento dell’organizzazione dell’evento con procedura negoziata, e dunque senza bando pubblico, alla Absolute Blue, società del Lussemburgo. La Absolute Blue è titolare in esclusiva del format “Woman and Cinema”.

Basta questo per giustificare l’affidamento diretto alla società che fa capo a Patrick Nassogne, sulla cui consistenza c’è chi solleva dubbi? Non si tratta delle uniche spese regionali legate alla promozione turistica su cui indagherebbe il pool di magistrati che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione. Altre vicende hanno già attirato l’attenzione delle magistratura.

Il caso, dunque, è sia politico (Schifani lo ha definito “un fatto che avrei preferito non fosse successo”) che giudiziario-contabile.


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