TERMINI IMERESE – Crollato un lungo tratto della Strada Statale 113 all’altezza di Termini Imerese. La fragilità del suolo dopo le intense piogge delle ultime settimane ha determinato il collasso di una lunga lingua di asfalto su cui, fortunatamente, al momento dell’implosione non transitava alcun mezzo. Sul posto sono intervenuti i mezzi e il personale dell’Anas per mettere in sicurezza l’area. Ma adesso i disagi sono enormi per i residenti e i lavoratori della zona tra Cerda e Termini Imerese. LEGGI ANCHE – CONCORSI E LAVORO BANDI URGENTI DI NATALE – LINK
“A seguito dell’eccezionale ondata di maltempo che hanno interessato i nostri territori – scrive il sindaco Maria Terranova in un post sulla sua pagina Fb -, come altri colleghi sindaci, ho richiesto, agli organi competenti, tra cui la Presidenza della Regione Siciliana, il riconoscimento dello stato di calamità, in ragione degli ingenti danni subiti dal patrimonio pubblico e privato sinora rilevati. Il maltempo – prosegue Terranova – ha causato cedimenti, allagamenti, frane, smottamenti e ingombro di detriti che hanno danneggiato gravemente strade statali e provinciali, strade di accesso alle abitazioni, strade comunali interne ed esterne al centro abitato, ecc. Per non parlare dei danni subiti dall’agricoltura. A fronte di tali problematiche, i comuni, con le loro sole forze e con le scarsissime e residuali risorse finanziarie disponibili, hanno eseguito e stanno tuttora eseguendo interventi urgenti ma non possono, in alcun modo, procedere alla realizzazione di interventi strutturali di messa in sicurezza delle aree colpite”.
“Quella che vedete nella foto – continua Terranova – è la strada statale S.S. 113 (in zona “Torrazza”), tra il bivio di Cerda e l’accesso allo svincolo autostradale (A18 e A/19) “Agglomerato industriale”. Si commenta da sola. Pertanto, in una nota condivisa con i sindacidi Sciara, Cerda e Montemaggiore e Aliminusa, chiediamo, con forza, un intervento energico e immediato che non appesantisca i Comuni con procedure burocratiche farraginose, note, tavoli tecnici per poi ricevere dinieghi per esaurimento delle risorse regionali. Eventi calamitosi di questa portata necessitano di un’attenzione, da parte delle Istituzioni sovracomunali, di pari portata. I danni subiti dal tessuto economico territoriale vanno immediatamente ristorati. I sindaci sono la prima barriera a tutela delle legittime istanze e dei diritti dei cittadini e non possono essere lasciati soli davanti a eventi così drammatici. Diversamente, assumeremo posizioni ancora più decise a tutela dei nostri territori”.
La strada non è crollata, è franata.
Crolla qualcosa che si eleva sul piano di campagna.
Frana quando viene meno il piano di campagna medesimo.
La SS 113 è una strada antica e fa impressione vederla ridotta in queste condizioni. Certo le cose dai tempi dell’Impero Romano fino al qualche decennio fa funzionavano: le strade erano divise in cantoni (circa 2 miglia pari a 4/5 km) ed affidate ad un cantoniere che con l’aiuto di 2 operai aveva la responsabilità di mantenere pulite le cunette e riparare le buche che si formavano sulla pavimentazione. Questa manutenzione quotidiana riusciva a far smaltire le acque meteoriche ed impediva loro d’infiltrarsi sotto la pavimentazione stradale trascinando via il sottofondo con conseguenti frane.
A dirigere e sorvegliare i quattro cantonieri – di norma – c’era il capo cantoniere che, secondo la tradizione dei Romani curava un tratto di circa di strada lungo 10 miglia pari a 20 km, sorvegliando e dirigendo i cantonieri.
Particolare importante: i cantonieri risiedevano lungo la strada, nella casa cantoniera e c’era una catena di responsabilità perfettamente individuabile.
Oggi tutto è cambiato:
• i cantonieri sono diventati dirigenti e non stanno più sulla strada ma in ufficio,
• le case cantoniere sono state abbandonate,
• la manutenzione delle strade è data in appalto ..e l’appalto viene aggiudicato come minimo dopo la sentenze del TAR …. e dopo mesi senza manutenzione,
• le cunette, piene di erbacce e di detriti e le acque meteoriche non funzionano più e le acque scorrono sulla pavimentazione stradale, trovano le buche non riparate e s’infiltrano scavandosi la via.
….
Ecco il perché alcune strade franano.
Dalla foto si denota che quella parte di strada frenata
E stata oggetto di altre riparazioni
Senò non si spiegherebbe quell’enorme
Strato di asfalto
Bisognerebbe verificare i lavori fatti in precedenza se fatti a regola d’arte
Oppure alla meno peggio.