L’Ufficio studi della Cgia di Mestre segnala il rischio che dal prossimo autunno torni ad aumentare il numero di fallimenti delle imprese. E ci sono tre province siciliane nell’elenco delle zone particolarmente a rischio.
Molte attività commerciali e produttive rischiano di dover portare i libri in tribunale: caro energia/carburanti, impennata dell’inflazione, impossibilità di cedere i crediti acquisiti con il superbonus 110% e mancati pagamenti della pubblica amministrazione nei confronti dei propri fornitori fra i fattori più rilevanti.
Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – riferisce la Cgia – anche nei primi cinque mesi di quest’anno il numero dei fallimenti è in calo (-20,6%). In termini assoluti sono stati 3.133 gli imprenditori che hanno portato i libri in tribunale (-815 rispetto allo stesso arco temporale del 2021).
I settori più a rischio sono il commercio e l’edilizia che, in questa prima parte dell’anno, hanno registrato rispettivamente 722 e 577 “chiusure”. Sempre in questa prima parte del 2022, a livello regionale solo la Liguria ha visto aumentare il numero di fallimenti; tutte le altre, invece, sono in deciso calo.
A livello provinciale, infine, preoccupa la situazione di Verbano-CusioOssola, Latina, Ragusa, Trapani e Siracusa. Negli ultimi 10 anni, comunque, il numero massimo di fallimenti si è registrato nel 2014 (14.735 casi). Dopo di che, c’è stata una progressiva riduzione che si è arrestata nel 2020 (7.160 casi).