Sicilia, la rabbia dei precari Covid

Precari Covid: quelle parole al vento e la rabbia

Un settore che si sente tradito. La protesta nei sit-in e sul web.

Si sentono traditi i precari Covid ed è la reazione comprensibile di persone che non si sono risparmiate, durante la tragedia della pandemia. Ieri, è stata pronunciata formalmente la parola definitiva, peraltro ampiamente annunciata. “A fine dicembre, in una situazione ancora di incertezza legata alla pandemia di Covid, con grande senso di responsabilità, la giunta di governo e l’Assemblea regionale siciliana hanno approvato una norma per la proroga di due mesi dei contratti del personale precario amministrativo e tecnico – ha detto l’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo – Ad oggi, invece, alla luce della nuova valutazione dell’emergenza e della normativa nazionale, non essendoci più esigenze particolari di gestione, risulta impossibile, tanto per l’esecutivo che per il parlamento regionali, nell’immediatezza, intervenire con nuove proroghe”. In sintesi: tanti saluti, ragazze e ragazzi.

La protesta dei precari

Non è una prospettiva che possa pacificare gli animi. La protesta è sbocciata spontanea, con i sit-in davanti ai luoghi in cui si prendono le decisioni e sul web. Scrive su Facebook Adriana: “Una pacca sulle spalle. Arrivederci e grazie. Da eroi a usa e getta. E fu così che i soliti noti buttano in mezzo alla strada chi dovrebbe insignire di medaglie al valore. Mancanza di riconoscenza e visione che nega finanche una norma nazionale. Avrà mai pace la mia terra? Senza rimedio!”. E’ solo una delle tante voci che si sono levate in queste ore.

Il video dello sfogo

C’è, per esempio, Daniela che ha pubblicato un video-sfogo su Facebook, raccontando la sua esperienza: “Torniamo a casa, dopo due anni di pandemia. Siamo stati nelle case di riposo, negli hub vaccinali, siamo venuti a domicilio, siamo stati quelli che vi hanno fatto il green pass. Se non ci fossimo stati noi, né gli ospedali né le Asp avrebbero potuto garantire un servizio. Noi c’eravamo, mentre tutti gli altri, compresi i signori di palazzo d’Orleans, avevano paura. Non abbiamo guardato orari, né giorni di feste, né domeniche. Abbiamo servito il Paese. Se avete avuto bisogno di noi in una sanità al collasso, adesso come farete? Abbiamo dato aiuto alla nostra gente e adesso la Regione ci dà il benservito”.

Le possibili soluzioni

Il governo sta cercando di correggere un po’ il tiro, per rendere meno amara la pillola, con una successiva annotazione. “L’attuazione della rete territoriale di assistenza, con l’attivazione di case e ospedali di comunità e delle Centrali operative territoriali (Cot) fornirà un’occasione utile per il recupero delle professionalità rappresentate dal personale amministrativo e tecnico impiegato nell’emergenza Covid che, nell’immediatezza, non può essere inserito nelle piante organiche degli enti e delle aziende del servizio sanitario regionale pubblico”, dice il il presidente della Regione, Renato Schifani, a cui fa eco il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno: “Non è nostra intenzione gettare fumo negli occhi a nessuno, ma dobbiamo lavorare in sinergia per avviare un percorso di stabilizzazione di questi lavoratori”. 

Le promesse (vane) della politica siciliana

Fin qui, la politica siciliana – dobbiamo proprio sottolinearlo – non ha fatto una splendida figura. Promesse spesso al vento. Paladini sorti con appelli accorati. Difensori autoproclamatisi che nulla hanno prodotto, se non qualche comunicato con lo sguardo alle prossime elezioni. Per cui non sembra eretico il commento del dottore Renato Costa, già commissario straordinario a Palermo: “Un’idea di cura è stata tradita. E, con essa, il nostro impegno”.

La solidarietà ai colleghi

Il dottore Rosario Iacobucci, già responsabile dell’hub vaccinale della Fiera, offre una preziosa solidarietà social. “Precari Covid? Il problema è tutto qui, nella definizione che state dando di questi professionisti, perché no, non sono precari, sono invece l’esempio di sicurezza – si legge su Facebook -. Grazie ai ‘precari Covid’ ho imparato che l’approccio multidisciplinare è l’unica soluzione possibile per affrontare qualsiasi situazione in ambito sanitario. Si sta commettendo l’errore di farne un problema economico, un problema di trattamento diverso rispetto al personale sanitario. Qualsiasi cosa accada io devo ringraziarvi, uno ad uno, perché senza di voi non avremmo mai scritto una pagina di storia tanto importante”. (Roberto Puglisi)


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