Diciamoci la verità: un presidente può firmare tutte le ordinanze che vuole – Costituzione, leggi e regolamenti alla mano – ma serviranno a poco, se non c’è una condivisa responsabilità. Si possono introdurre le mascherine ovunque, ammonire tutti, intensificare i controlli, ricordare che la guerra del Covid è ben lontana dall’essere conclusa. E poi spunta lui, l’indefinito e anonimo passante, immerso nella calca, che ha, sì, la mascherina e la tiene abbassata, circoscritta al mento. E se tu lo guardi con l’aria incredula di chi, silenziosamente, chiede conto, lui ti riguarda come per dire: e tu che vuoi? La mascherina ce l’ho? E allora? Un po’ come portare i pantaloni al ginocchio (dall’alto verso il basso) e rivendicare il fatto di indossarli. Oltretutto, di controllori in strada non se ne vedono moltissimi.
Così, oggi, il presidente della Regione, Nello Musumeci, è sbottato in una occasione ufficiale: “Se non ci sono controlli serrati, in questo periodo natalizio, si corre il rischio di dovere adottare provvedimenti restrittivi. E questo non ce lo possiamo e non ce lo dobbiamo permettere. Quindi rinnoviamo l’appello alla responsabilità di ogni cittadino affinché si possa trascorrere il Natale in serenità, consentendo agli operatori economici di potere lavorare senza bisogno di doverne soffrire. A ogni nuova ordinanza chiediamo sempre maggiori controlli ai prefetti che ci assicurano di intervenire con le forze dell’ordine. Che non hanno, però, sufficienti unità per fare fronte a tutte le esigenze del territorio. Questo è un grossissimo guaio, lo abbiamo detto al ministro Lamorgese e lo abbiamo ripetuto al capo della polizia”.
Uno sbuffo non inconsueto, altre volte il governatore ha sottolineato il punto, che ci dice essenzialmente due cose. La prima: è vero, probabilmente i controlli dovrebbero essere implementati. La seconda: nessuno può essere guardato a vista, tutti dovremmo essere più responsabili. Non è opportuno andare in giro con la mascherina calata, o con i pantaloni abbassati.