Sanità, direttori amministrativi: arriva lo stop della Consulta

Sanità, direttori amministrativi: arriva lo stop della Consulta

Impugnata una legge regionale. Servono requisiti più rigorosi
NORMA BOCCIATA
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PALERMO – Per essere nominato direttore amministrativo di un’azienda sanitaria bisogna avere maturato un’esperienza specifica nel settore. La Corte Costituzionale boccia una norma regionale e fissa dei paletti.

In particolare, su ricorso della Presidenza del Consiglio dei ministri, viene cassato l’articolo 11 della legge regionale 22 del 2021 in base al quale si può essere nominati direttori amministrativi avendo già ricoperto per cinque anni un incarico “nel campo delle strutture sanitarie, socio sanitarie o in altri settori”.

Dunque le maglie erano più larghe. La Consulta, presieduta da Giuliano Amato, ricorda nella sentenza del 20 giugno che la legislazione statale limita il requisito richiesto al solo ambito sanitario. Ed è la scelta statale che va rispettata visto che il ruolo di direttore amministrativo coinvolge il diritto alla tutela della salute che va garantito ai cittadini e di cui è responsabile lo Stato.

Nell’elenco da cui attingere i nomi possono essere inseriti solo coloro che hanno maturato competenze sanitarie altrimenti si concederebbe ai direttori generali (sono loro a scegliere quelli amministrativi) un potere ampiamente discrezionale sulla base di requisiti meno rigorosi e selettivi rispetto al sistema delineato dal legislatore statale.

La sentenza della Corte Costituzionale obbliga a rivedere i curriculum dei direttori amministrativi, alla viglia delle nuove nomine dei direttori generali (alcuni incarichi sono stati prorogati di recente prorogati fino al 31 dicembre) e, di conseguenza, di quelli amministrativi.


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