Sicilia sempre più nel baratro | Bruciati dieci anni di crescita - Live Sicilia

Sicilia sempre più nel baratro | Bruciati dieci anni di crescita

Il report sui Conti economici regionali dell'Istat parla chiaro: il Nord cresce lentamente, quasi fermo il Centro e in calo il Sud dove si torna ai livelli del 2000. E il Pil in Sicilia registra un -1,3%.

IL REPORT DELL'ISTAT
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Se l’Italia cresce poco, la Sicilia ha ingranato la retromarcia. Parola dell’Istat, che oggi ha reso noti i dati del report sui Conti economici regionali in base ai quali, nel 2011 il Nord-est è l’area che segna il risultato migliore in termini di variazione del Pil in volume (+1,1%). Seguono il Nord-ovest (+0,6%) e il Centro (+0,2%). Quando si arriva al Mezzogiorno, il segno cambia e il Pil si attesta a -0,3% con picchi negativi su Molise (-1,9%), Sicilia (-1,3%) e Campania (-0,8%). Riassumento, il Nord cresce lentamente, quasi fermo il Centro e in calo il Sud dove si torna ai livelli del 2000.

Nel 2011 il valore più elevato del Pil per abitante si registra nel Nord-ovest, con 31.452 euro; seguono Nord-est, con 30.847 euro, e Centro con 28.240 euro. Il Pil per abitante nel Mezzogiorno, pari a 17.689 euro (in Sicilia è di 17.189 euro), è più basso di quello del Nord-ovest del 43,8% e inferiore alla media nazionale del 32%.

“Questi risultati – si legge nel report – sono principalmente imputabili al marcato rallentamento della dinamica, o alla contrazione, del valore aggiunto industriale, che aveva trainato la ripresa nel 2010”. Effetto registrato soprattutto nel Centro e nel Mezzogiorno che hanno registrato rispettivamente un calo del 3,6 e dell’1,5% (mentre nel Nord e Nord-est la variazione è stata comunque positiva con un +1,7%).

Ma il rallentamento dell’attività produttiva, com’era prevedibile, si è accompagnato nel 2011 a una dinamica molto debole dei consumi finali delle famiglie, cresciuti a livello nazionale dello 0,2% in volume, e in Sicilia inchiodati al livello dell’anno precedente (che già aveva fatto registrare un trend negativo dello 0,3% rispetto al 2009).

Altro tasto dolente, l’occupazione che, nel complesso del Paese nel 2011, è risultata sostanzialmente stabile, ma che in Sicilia si è ridotta dell’1,3%. I redditi da lavoro dipendente a prezzi correnti per unità di lavoro – spiega l’Istat – registrano nel 2011 una crescita pari all’1,2% per l’Italia, con variazioni poco differenziate a livello territoriale: gli incrementi risultano lievemente superiori alla media nelle ripartizioni del Nord (+1,4% nel Nord-ovest e +1,3% nel Nord-est) e di poco inferiori in quelle del Centro e Mezzogiorno (rispettivamente +1,0% e +1,1%).


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