Sicurezza a Librino |"Quartiere non pericoloso" - Live Sicilia

Sicurezza a Librino |”Quartiere non pericoloso”

I dirigenti del commissariato di Librino, su iniziativa della Cgil,  hanno incontrato i residenti del quartiere per parlare di sicurezza.

CATANIA – Non è il bronx. Librino, il popolare quartiere periferico di Catania, è in realtà un luogo sicuro dove passeggiando non si corre il rischio di rimanere coinvolti in situazioni pericolose o vittime di una rissa. Malgrado infatti rimanga un’area delicata caratterizzata da povertà e degrado diffusi, non si registrerebbe affatto un alto numero di scippi, rapine o furti. Sono i dati emersi nel corso di un incontro sul tema della sicurezza pubblica promosso dalla Cgil e svoltosi nell’auditorium della parrocchia “Risurrezione del Signore” di viale Castagnola tra gli abitanti del rione e gli agenti del commissariato. “Dati alla mano, Librino non è un quartiere particolarmente colpito da reati o più pericoloso di altri. I delinquenti non agiscono a Librino” ha spiegato Tito Cicero, dirigente del commissariato di Librino. Nel quartiere come è noto risiedono molti esponenti di spicco della criminalità organizzata. “C’è da considerare forse anche il numero alto di persone sottoposte a misura degli arresti domiciliari. Ma basti pensare – ha continuato Cicero – che a Librino c’è solo una banca e un ufficio postale, quindi è verosimile credere che i malviventi dediti ad attività illecite vadano a colpire altre zone della città, magari più ricche, per fare le rapine”.

Ma l’incontro è nato alla luce dell’aumento dei fenomeni delinquenziali perpetrati ai danni di anziani vittime di raggiri, truffe e aggressioni. Tra gli abitanti cresce infatti la percezione di insicurezza in casa e fuori casa. “Le nostre volanti passano sempre – hanno ribadito gli agenti – Librino è uno dei quartieri in realtà più controllati, nonostante ci sia uno scollamento tra percezione e realtà – ha detto invece vicedirigente del commissariato Paolo Magnano – e dove si verificano meno reati e furti di auto”. Ma alcuni dei presenti sembravano non pensarla così. “La nostra sensazione – hanno affermato alcune signore fra il pubblico – è che non ci sia una sufficiente presenza di personale di forze dell’ordine”. La carenza di personale è un problema diffuso e da cui ne conseguono numerose criticità. “Siamo pochi è vero – ha detto ancora Cicero – ma facciamo tutto il possibile per garantire ordine e sicurezza pubblica”.

Anomalo il dato relativo alle denunce per maltrattamenti in famiglia, 4 nel 2016, e denunce per stalking a quota invece 3, un numero che si attesta ad una percentuale fin troppo bassa per considerarlo reale. “Purtroppo questo reato rimane sommerso – evidenzia il capo del commissariato – le vittime hanno molte remore a denunciare, temono di rimanere da sole, specie quando dipendono economicamente dai loro mariti, e temono anche ritorsioni, e subiscono anche le minacce”. E fra i più frequenti dei reati commessi a Catania c’è quello dello scippo, ma ancora una volta Librino fa la differenza. “Non si verificano qui particolari furti con strappo. La morfologia del territorio – prosegue – non si presta per compiere questo tipo di reato, fortunatamente anche per via della presenza dei grandi vialoni e dell’assenza di negozi”.

La piaga di Librino rimane certamente la droga e la detenzione di armi. A tale scopo, i grossi e fatiscenti immobili del territorio vengono spesso utilizzati dai clan come nascondiglio. Dai diversi blitz eseguiti nel quartiere dalla squadra mobile sono state infatti rinvenute enormi quantità di stupefacenti e arsenali.

A prendere parte all’incontro anche Sara Fagone, responsabile del dipartimento periferie. “Lo scopo dell’incontro – ha spiegato – di oggi era proprio quello di sfatare il luogo comune indegno secondo cui Librino sia un quartiere pericoloso che è meglio non frequentare. In realtà in questi anni ha dimostrato di essere centro di sperimentazione, condivisione e di proposta politica. C’è una bella rete di associazioni dove ciascuno fa il suo per ottenere delle cose importanti per la comunità. Un altro scopo era quello di iniziare ad instaurare un dialogo con le forze di polizia, avere invece un confronto reale e fattivo. Poter aver una mano noi, e noi poter dare una mano a loro nell’ottica di un quartiere in cui si condivide tutto. Tuttavia rimane la scarsa percezione da parte dei residenti della sicureza, un problema che la Cgil denuncia, ma che dipende certamente dalla carenza di personale”, ha detto infine Fagone.

Il vicedirigente Paolo Magnano si è invece soffermato sulle tipologie di truffe e sui consigli per evitare di trovarsi vittime di atti delinquenziali. “Molti dei truffatori che bussano alle porte hanno capacità innate di circuire le persone, specie le più anziane. Si tratta spesso di falsi funzionari dell’Enel o della Tim, finti poliziotti, che tentano di estorcere denaro, oppure che si introducono nelle abitazioni e approfittano di un momento di distrazione del proprietario per sottrarre denaro o beni. Quello che consigliamo è di segnalare e denunciare subito senza esitazione alcuna, perché a ciascuno di noi può ritrovarsi di essere una vittima”. E ancora Magnano sconsiglia di aprire agli sconosciuti o di tenere roba di valore a vista in casa, evitando di nasconderla in luoghi facilmente immaginabili: sotto il letto, o cassetti; non pubblicizzare sui social le partenze e le vacanze.

“I ladri – continua Magnano – controllano anche l’accumulo della posta nelle cassette per capire se una famiglia è in vacanza o meno. Gli anziani invece che vanno a ritirare la pensione alle poste, devono stare attenti perché i ladri sanno di questo viatico e li seguono, aspettando il momento buono per derubarli. Per evitare brutte sorprese, è bene farsi accompagnare , o se questo non è possibile evitare di intrattenersi di parlare con sconosciuti quando si ha somme di denaro in tasca”. “Denunciare è sempre importante avvertono i poliziotti , perché permette di avite successivi reati”, concludono infine gli agenti.

 


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