Almaviva, siglato l'accordo | "Salvi tremila posti di lavoro" - Live Sicilia

Almaviva, siglato l’accordo | “Salvi tremila posti di lavoro”

L'intesa siglata al ministero dello Sviluppo economico. 

L'annuncio in un tweet
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PALERMO – Accordo fatto sulla vertenza Almaviva al ministero dello Sviluppo Economico. Dopo una 24 ore no stop per trovare una alternativa ai quasi 3.000 esuberi, questa mattina dal Mise arrivano buone notizie sulla vertenza. Almaviva Contact, insieme con il governo, ha raggiunto e siglato un accordo quadro che salvaguarda i lavoratori del colosso dei call center e che scongiura, di fatto, la prossima procedura di licenziamento collettivo prevista per il 4 giugno. A cinque giorni dalla data della verità per il popolo di Almaviva, così, arriva una soluzione che fa ricorso agli ammortizzatori sociali per altri 18 mesi. Il tempo necessario a operare le riforme strutturali per l’intero settore del call center.

Altri 18 mesi di vita per Almaviva, dunque. L’intesa, infatti, prevede che l’azienda revochi la procedura di licenziamento collettivo in cambio del rinnovo dei contratti di solidarietà per altri sei mesi, a partire dall’1 giugno con scadenza a novembre per le sole sedi di Palermo, Roma e Napoli, il mantenimento del bonus Renzi, il reintegro delle giornate oltre il 25 per cento e il ricorso, successivamente, alla cassa integrazione straordinaria per altri 12 mesi. Passeranno 18 mesi in totale, così, per trovare una ulteriore soluzione che regolamenti l’intero settore colpito dalla crisi. Un accordo che prende tempo, fino a novembre 2017, in cui si sottoscrive anche una garanzia economica tra i rappresentanti istituzionali nazionali e territoriali.

Oltre alla solidarietà difensiva per altri 6 mesi, l’accordo quadro prevede la riduzione della percentuale dei contratti di solidarietà fino al 20 per cento. Ciò significa che del 45 per cento di Palermo e Roma, e del 35 di Napoli, si potrebbe arrivare a degli esuberi strutturali inferiori rispetto ai 2.988 annunciati lo scorso marzo, fino addirittura al 20 per cento. Da quasi 3.000 a 1.100 esuberi, più o meno, senza condizioni economiche peggiorative. Scaduti i 18 mesi, in cui governo, vertici aziendali e sigle sindacali discuteranno ancora al tavolo ministeriale della riforma dell’articolo 24 bis, della regolamentazione delle gare al massimo ribasso e della delocalizzazione, ci sarà la possibilità di fare ricorso ad ulteriori 12 mesi di ammortizzatori presi dal Fondo Residuale. Eventuali picchi di traffico delle commesse gemelle verranno gestiti, in priorità, dai siti in solidarietà.

Poi si assisterà ad una vera e propria riforma strutturale del settore, quella richiesta dall’azienda e dall’amministratore delegato Andrea Antonelli, presente al tavolo ministeriale. Su Palermo non sarà più effettuato l’accorpamento delle due sedi, cosa che un paio di settimane fa aveva portato ad uno sciopero nazionale, ma l’idea è quella di trovare una sede unica per i lavoratori di via Cordova e via Marcellini. Un accordo definitivo, assoggettato ad ulteriori incontri, ma che al momento mette il freno ai licenziamenti che sarebbero partiti tra 5 giorni. I lavoratori di Palermo hanno aspettato l’esito della trattativa a piazza Pretoria, radunandosi intorno alla mezzanotte in piazza con magliettine e striscioni “siamo tutti Almaviva”.

“Una sfida condivisa con Governo e sindacati per riportare lavoro e produttività nelle sedi di Roma, Napoli e Palermo – si legge in una nota di Almaviva Contact -. Stop ai licenziamenti, ammortizzatori sociali per 18 mesi con riduzione progressiva della solidarietà. Verifica mensile della situazione produttiva ed occupazionale dell’azienda in sede istituzionale. Decisivo l’impegno del Governo per l’intesa”.

L’annuncio della raggiunta intesa questa mattina era arrivato con un tweet la viceministro Teresa Bellanova: “lo avevo detto dalla prima trattativa che non avremmo lasciato sole 3000 persone. Salvi i posti di lavoro. Accordo siglato”. A seguire il messaggio, sempre su twitter, del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: “Stanotte chiusa con un accordo la procedura di licenziamento per Almaviva. Adesso bisogna continuare a lavorare uniti per dare un futuro migliore ai callcenter”. A questi si aggiunge quello del sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone: “Dopo una lunga trattativa, accordo ‪‎Almaviva firmato. Ottimo risultato per i lavoratori. Grazie a TeresaBellanova per il suo impegno”. “Revocati i licenziamenti, migliorato l’accordo. Comune impegnato per l’occupazione: Palermo capitale dei call center”, twitta il sindaco Leoluca Orlando.

“Il rilancio di AlmavivA Contact sul mercato italiano e il riordino strutturale del settore dei call center. Sono le linee sulle quali si muove l’intesa raggiunta oggi diretta a garantire e verificare le condizioni per il necessario equilibrio industriale dell’azienda – si legge in una nota di Almaviva Contact -. Condizioni e soluzione che nei prossimi 18 mesi saranno monitorate dal Mise, con la presenza delle parti sociali, per verificare mensilmente l’andamento della situazione occupazionale e produttiva della società. Decisivo per l’esito del confronto il ruolo della Viceministro Teresa Bellanova che, in rappresentanza del governo, ha seguito direttamente l’intero sviluppo della vertenza con attenzione e partecipazione non comune. L’accordo apre per AlmavivA Contact una sfida importante, accompagnata da modulati e decrescenti strumenti di ammortizzazione sociale, orientata a sostenere il rilancio dell’intero perimetro produttivo e a recuperare capacità competitiva. Va in questa significativa direzione, l’impegno assunto dallo stesso nuovo Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda – conclude Almaviva Contact – ad approfondire fin dai prossimi giorni le problematiche più rilevanti che coinvolgono l’azienda e l’intero settore. L’intesa verrà sottoposta nelle prossime ore al Consiglio di Amministrazione della Società”.

LE REAZIONI
“L’intesa raggiunta stamattina al Mise garantisce uno sbocco ad un vertenza che ipotecava il futuro di migliaia di famiglie palermitane. L’impegno e la responsabilità di tutte le parti, a partire dal governo nazionale rappresentato dal vice ministro Teresa Bellanova a cui va il nostro apprezzamento, ha garantito uno sbocco sostenibile alla vicenda, portando alla revoca dei licenziamenti e accompagnando le attività di Almaviva verso una prospettiva di futuro per le lavoratrici e i lavoratori palermitani. La scelta dell’azienda di mantenere operativa la seconda sede di via Marcellini, apre infatti una pagina di prospettiva del consolidamento dell’azienda sulla città. L’impegno dell’Amministrazione comunale che non è mai venuto meno in tutti questi mesi, proseguirà ora nei tavoli di monitoraggio mensile al Mise e in qualunque altra iniziativa di sostegno del rafforzamento di Almaviva Contact a Palermo”. Lo hanno dichiarato il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alle Attività produttive, Giovanna Marano che ha seguito tutta la vertenza fino all’atto conclusivo di questa mattina con la firma dell’accordo.

“L’accordo su Almaviva siglato ieri è il migliore possibile, in questo contesto complicato, che mette in salvo 2.988 lavoratori almeno per 18 mesi. Adesso è importante capire gli effetti delle nuove regole suoi volumi di lavoro che resteranno in Italia e come si possa razionalizzare e migliorare il ricorso agli ammortizzatori sociali. Ma il dato vero oggi è che, finalmente, si comincia a tutelare il lavoro nel nostro Paese”. Lo sostengono Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, e Giuseppe Tumminia, segretario della Uilcom Sicilia. “Ritirati i licenziamenti, bisogna attivare al più presto i meccanismi per salvaguardare l’occupazione. Un ruolo fondamentale sarà quello delle Regioni, chiamate a garantire la copertura economica degli ammortizzatori sociali e interventi di politiche attive per integrare i salari dei dipendenti. Per quanto riguarda le due sedi palermitane, l’azienda ha garantito che, in attesa di una nuova soluzione, resteranno operative”.

“Abbiamo raggiunto un punto di incontro all’insegna della continuità con l’accordo di dicembre 2015, i lavoratori, infatti, non hanno subito ulteriori danni economici né un peggioramento delle flessibilità , e hanno ottenuto un accordo di salvaguardia che copre un periodo di 18 mesi con opzione su altri 18, si tratta chiaramente di un primo passo che ha salvato 1670 posti di lavoro a Palermo, che deve servire ora a rilanciare il settore con interventi strutturali”. Commentano cosi la sigla avvenuta stamani dell’accordo che salva i 1.670 posti di lavoro di Almaviva Contact a Palermo, quasi 3 mila in tutto, Francesco Assisi segretario Fistel Cisl Palermo Trapani ed Eliana Puma Rsu Fistel Cisl, alla fine della lunga trattativa al Ministero del Lavoro fra azienda parti sociali e governo, durata tutta la notte, a cinque giorni dai licenziamenti. “Fondamentale la promessa di nuove attività su Palermo, Roma, Napoli e la conferma del tavolo mensile Almaviva al Mise e di quello bimestrale di settore, perché è chiaro che al momento abbiamo scongiurato il peggio ma dovrà ora partire la fase di ristrutturazione del settore e di rilancio che possa portare davvero a dare serenità a tutti i lavoratori Almaviva” aggiungono Assisi e Puma. “Partendo dall’accordo siglato ieri a livello nazionale per la clausola sociale che garantisce nei cambi di appalto la continuità occupazionale e dei diritti acquisiti ai lavoratori dei call center – spiega Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani, – e dal testo siglato stamani sulla vertenza Almaviva, a questo punto è essenziale che si concretizzino tutti gli impegni assunti al tavolo dal governo nazionale, a partire dall’articolo 24 bis, perché adesso servono regole certe per contrastare le delocalizzazioni e le gare al massimo ribasso affinché i call center possano diventare una vera industria. Per la nostra città inoltre – conclude De Luca – aver intanto salvato 1.670 posti di lavoro è fondamentale, nella crisi che ha portato via troppe grosse realtà industriali, bisogna far di tutto affinché il call center Almaviva resti e ampli la sua attività per garantire un futuro a tutti i lavoratori e alle loro famiglie”.

“Siamo contenti per i lavoratori. La mobilitazione paga. È stata una vertenza lunga, difficile ma ora tremila famiglie, 1.670 solo a Palermo, possono dormire più tranquille”. Così la Cisl e la Fistel siciliane in una nota sull’accordo arrivato nella notte al Mise, tra governo, sindacati e Almaviva Contact. L’intesa scongiura tremila licenziamenti, più di metà solo a Palermo e, oltre che la sede siciliana, riguarda i siti di Roma e Napoli. “La Cisl Sicilia e la Fistel siciliana – si legge nella nota firmata da Mimmo Milazzo, segretario generale regionale e Giuseppe Tomasello, numero uno della Fistel Sicilia – esprimono soddisfazione per l’intesa, raggiunta dopo una lunga serie di scioperi e manifestazioni che hanno costretto governo e azienda a una soluzione”. Ora, rimarca la Cisl, il nodo da sciogliere è la disciplina dei call center. Resta infatti aperta la partita della regolamentazione del settore e del contrasto alle delocalizzazioni e alle gare al massimo ribasso. Per la leader Cisl Annamaria Furlan e per Vito Vitale, segretario generale nazionale della Fistel, “anche questa volta il sindacato ha saputo fare il proprio mestiere scongiurando i licenziamenti. Va riconosciuto al Governo di avere dato al settore la necessaria attenzione, impegnando l’azienda a ridurre gli esuberi e confermando i siti logistici di Napoli e Palermo, in via di ridimensionamento. Sono stati lunghi mesi di lotta nei quali la Cisl e la Fistel Cisl hanno sostenuto con forza le ragioni di migliaia di lavoratori che rischiavano di perdere il lavoro e ogni speranza nel futuro. Adesso la sfida che il sindacato lancia al Governo è la regolamentazione del settore dei call center e il contrasto alle delocalizzazioni e alle gare al massimo ribasso, nel tavolo permanente al Mise già convocato per il 17 giugno. Questa è la nuova battaglia”. Compiaciuti perché “i lavoratori non hanno subito ulteriori danni economici né un peggioramento delle flessibilità e hanno ottenuto un accordo di salvaguardia che copre un periodo di 18 mesi, con opzione per altri 18”, Francesco Assisi, segretario Fistel Cisl Palermo Trapani ed Eliana Puma, Rsu Fistel Cisl. Si tratta, sostengono, di “un primo passo che ha salvato 1.670 posti di lavoro a Palermo ma che deve servire a rilanciare il settore con interventi strutturali”. Per Daniela De Luca, segretario Cisl Palermo Trapani, “aver salvato 1670 posti è fondamentale nella crisi che ha portato via da Palermo troppe grosse realtà industriali. Ora bisogna far di tutto affinché il call center Almaviva resti e ampli la propria attività”.

“Ci auguriamo che insieme al risultato positivo di difesa dell’occupazione, ci sia anche il ripartire di un’attività di scelta politica del governo per permettere a questo settore di diventare un settore normale”. Commenta così l’accordo raggiunto per Almaviva il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a margine della commemorazione al Senato per i 20 anni dalla scomparsa di Luciano Lama. “Quando si trovano soluzioni che impediscono i licenziamenti- dice Camusso – è sempre un fatto positivo. Insieme sono assunti degli impegni, a partire dall’accordo fatto ieri sui call center e la clausola sociale, che dovrebbero aiutare a introdurre delle normali regole di attività in un settore in cui molto si è praticata sia la delocalizzazione sia il dumping”.

“Il ritiro dei licenziamenti è una buona notizia, frutto della coraggiosa lotta dei lavoratori. Ma non si può esultare perché l’accordo non affronta i nodi strutturali che hanno portato alla crisi di Almaviva, se non si agisce su questi punti il problema è solo rinviato di 18 mesi”. Così Erasmo Palazzotto, deputato di Sinistra italiana alla Camera, interviene sull’accordo siglato questa mattina al Mise che prevede il ritiro dei 3 mila licenziamenti, contratti di solidarietà nei siti di Palermo, Roma e Napoli per sei mesi ed eventuali 18 mesi di cassa integrazione straordinaria. “L’entusiasmo del Pd e della Bellanova è eccessivo – continua Palazzotto – è fondamentale che il governo nazionale affronti i problemi legati alle delocalizzazioni selvagge e alle gare al massimo ribasso che hanno portato alla crisi del settore dei call center, altrimenti ci ritroveremo presto a parlare di nuovi licenziamenti”.

“L’accordo Almaviva è una buona notizia, siamo contenti che siano stati scongiurati i licenziamenti ma è del tutto palese che continua il laccio del ricatto. L’accordo raggiunto è evidentemente al ribasso e fa  continuare l’ingiusta e la lenta agonia ai danni dei lavoratori. La realtà è che questo governo di più non può fare, è ormai asservito alle logiche del mercato e, paradossalmente ma non tanto, è la parte debole della trattativa rispetto all’imprenditore, vero padrone di tutto in questo sistema troppo liberista e sbilanciato verso il profitto. A farne le spese saranno sempre i lavoratori, sotto la minaccia del licenziamento che per ora grazie ad ammortizzatori sociali viene solo spostato nel tempo. La verità è che sia il governo nazionale che quello regionale hanno scaricato di fatto sui lavoratori e sul costo del lavoro il rilancio del sistema industriale italiano. Tremo al pensiero di quello che riusciranno a partorire nella riforma del sistema dei Call center, vista  la evidente abdicazione della politica a favore dei mercati. Saremo sempre al fianco dei lavoratori che difendono i loro diritti e il loro lavoro. Ma in questo sistema di liberismo puro in cui ci spinge questa Europa e questo governo, lo spazio per la giustizia sociale e per i diritti legittimi dei  lavoratori è sempre più ristretto: è necessaria una presa di coscienza e un cambio di modello di sviluppo, altrimenti non meravigliamoci se nel futuro avremo mille casi come Almaviva”. Lo dice il capogruppo dei Comitati Civici al consiglio comunale di Palermo Filippo Occhipinti.

“Esprimo apprezzamento e soddisfazione per l’intesa raggiunta al Mise questa mattina che restituisce tranquillità ai tanti lavoratori di Almaviva – dice Paolo Caracausi (Idv), presidente della commissione Attività Produttive del comune di Palermo – Le preoccupazioni che in questi ultimi mesi hanno condizionato la vita di circa 3.000 persone oggi vengono meno con la revoca dei licenziamenti”.

 


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