I giochi per la città metropolitana| Grandi manovre nei partiti - Live Sicilia

I giochi per la città metropolitana| Grandi manovre nei partiti

Le forze politiche cominciano a fare i conti con la scelta del Sindaco metropolitano di Palermo. Partita in mano al Pd, in pole position Lo Biundo, Burrafato e Stadarelli. Il centrodestra cerca il candidato unitario. Ma la vera incognita è Orlando.

AGGIORNAMENTO Si è riunito oggi, martedì 15, il gruppo Ars di Forza Italia in vista del vertice di giovedì a Enna. “Ci siamo confrontati sul tema, congiuntamente ad altri aspetti della vita del partito – dice Vincenzo Figuccia, vice capogruppo forzista – ciascun esponente sta incontrando la propria base e raccogliendo suggerimenti da parte dei consiglieri comunali e dei sindaci che rappresentano una forte insofferenza rispetto alla governance di centrosinistra che ha un ruolo di guida tanto al comune di Palermo quanto alla Regione. Prima di ragionare sui nomi, il partito sta verificando l’azione che la città metropolitana, una volta avviata, dovrà porre in essere nei territori rispetto alle funzioni e ai compiti. Molti militanti ci chiedono un impegno diretto all’interno delle nuove strutture, sarà ad Enna che decideremo insieme al coordinatore regionale Vincenzo Gibiino e alla classe dirigente la linea del partito che seguiremo unitariamente. Per noi non è un problema di poltrone, ma di cose da realizzare per i cittadini”.

PALERMO – Non c’è ancora una data ufficiale, non ci sono candidati certi e qualcuno teme anche l’impugnativa, ma l’appuntamento con le nuove Città metropolitane si avvicina sempre di più e le trattative dentro i partiti diventano frenetiche. La riforma varata dall’Ars ad agosto, con cui si cancellano le Province per far posto a Liberi consorzi e solo a Palermo, Messina e Catania alle Città metropolitane, non indica una domenica certa per l’elezione dei nuovi vertici, ma compresa tra il primo ottobre e il 30 novembre.

Toccherà a Crocetta scegliere la data ufficiale da qui a brevissimo, ma intanto i partiti cominciano a far di conto, a studiare le candidature e a misurarsi con le novità della riforma. La Città metropolitana avrà infatti un sindaco metropolitano con una giunta di otto assessori (tra cui un vicesindaco). Il sindaco è votato dall’adunanza elettorale metropolitana, composta da tutti i sindaci e i consiglieri comunali dei comuni dell’ex Provincia oltre che dai presenti delle circoscrizioni del capoluogo: per Palermo si tratta di circa 1.400 persone. Sono candidabili alla carica di sindaco metropolitano, però, solo i sindaci che, alla data di elezione, hanno davanti a sé ancora 18 mesi di mandato nella propria città, il che rende a rischio chi, come Leoluca Orlando, è stato eletto nella prima metà del 2012. Questo perché il Sindaco metropolitano resta in carica finché è sindaco del proprio comune.

La giunta viene invece eletta dopo (entro 45 giorni), sulla base di una lista di 24 nomi proposta dal sindaco metropolitano. Ci sarà un unico seggio (che però scoraggerà la partecipazione al voto specie tra gli amministratori dei comuni più lontani o per il turno della giunta) e si voterà dalle 8 alle 22. Il termine delle candidature dipenderà dal giorno scelto per le elezioni. Lo scrutinio si terrà la mattina seguente.

E adesso andiamo ai nomi. Per il momento nessuna ufficialità, visto che ancora manca la data, ma intanto qualche informazione inizia a trapelare. Dal momento che a votare sono gli amministratori, infatti, la partita sembra saldamente in mano al Pd che, salvo qualche eccezione come Palermo e Bagheria, governa i centri più grossi della Provincia o quantomeno vanta consiglieri praticamente ovunque. Assai più difficile è la situazione del centrodestra che, oltre a essere spaccato, dovrà faticare per trovare un candidato a sindaco metropolitano, visto che i sindaci di area sono ridotti al lumicino. Si vocifera che sulla poltrona voglia mettere le mani la componente ex An e non si esclude una sintesi fra le varie anime della destra palermitana, magari pescando fra i primi cittadini eletti con le liste civiche (specie nei piccoli centri). Se ne saprà di più giovedì a Enna. “Il centrodestra si riunirà per valutare tutte le ipotesi possibili, non facciamo nomi ma comprendiamo che serve un sindaco esperto. Faremo una riunione con tutti i sindaci e i consiglieri che si riconoscono nel centrodestra”, dice il coordinatore forzista di Palermo Giulio Tantillo.

Il Movimento Cinque Stelle potrebbe candidare il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, ma senza troppe chance, così come Sel potrebbe stringere un accordo facendo pesare i suoi voti. “E’ ancora presto, non c’è nemmeno una data – dice un autorevole esponente berlusconiano – in questi giorni cominceremo a incontrarci per capire il da farsi”.

Innegabile, però, che molto dipenderà dal Pd che sulla carta ha i numeri per eleggere chi vuole. Il problema sarà trovare una sintesi. Oggi in via Bentivegna le anime del partito si sono riunite per un primo incontro con l’obiettivo di trovare un candidato comune: un vertice affollatissimo per chiarire anche alcune questioni tecniche della legge. “Ci presenteremo alle elezioni compatti, sarà un percorso collegiale – assicura il segretario provinciale Carmelo Miceli – chi sarà scelto dovrà rappresentare tutti. Orlando? Mi spiacerebbe se non si candidasse, non c’è stata alcuna manovra per escluderlo. Sarebbe bello valutare la sua capacità di rappresentanza nell’area vasta”. I democratici, consapevoli della propria forza, stanno iniziando le manovre di posizionamento e qualcuno ha proposto anche le primarie che, ad oggi, non sarebbero escluse.

Nei corridoi sono tre i nomi che circolano con insistenza: Salvatore Lo Biundo di Partinico (vicino a Cracolici), Rosalia Stadarelli di Misilmeri (che gode di un consenso trasversale e per la quale potrebbe spendersi anche Totò Cardinale) ma anche Salvatore Burrafato di Termini Imerese (vicino a Faraone ma con un saldo rapporto con Lumia). Possibili outsider i sindaci di Monreale e Carini, Piero Capizzi e Giovì Monteleone.

Il vero nodo però è Leoluca Orlando. Come detto, si può candidare il sindaco che ha, dalla data di elezione, ancora 18 mesi di mandato nel proprio comune. Per presentarsi il Professore deve sperare quindi che la data scelta sia prima del 21 novembre ma c’è chi giura che lo sgambetto sarebbe dietro l’angolo, dopo quello di non aver introdotto l’automatismo tra sindaco della città capoluogo e sindaco metropolitano.

Orlando è comunque deciso a essere della partita, malgrado debba trovare i voti in un’adunanza dove il Pd fa da padrone, anche se l’elezione all’Anci dimostra la sua capacità di fare sintesi attorno a sé. In questo momento, dicono da fonti a lui vicine, non si esclude nulla: gli incontri si susseguono frenetici per capire se Orlando vorrà candidarsi in prima persona (sempre che la data glielo consenta) o puntare su un suo uomo, forte delle relazioni intessute in questi mesi all’Anci, ma anche forte della disponibilità dimostrata verso gli altri sindaci in tema di acqua e rifiuti, per non parlare dei numerosi “patti” stretti sui temi più svariati, tra cui anche la mobilità.

Una fitta trama di relazioni e alleanze, intessuta con pazienza e in silenzio, che potrebbe risultare utile per sparigliare le carte. “Ma anche se non ce la facesse – fa notare un suo collaboratore – dubito che un ambasciatore, in visita a Palermo, metterebbe da parte uno come Orlando per incontrare il sindaco di un paesino”. La partita è quindi apertissima e promette da qui a breve colpi di scena, per una prima elezione dei vertici della Cittrà metropolitana che già fa intravedere scintille.

 

 


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