"Commissariare la Regione" | E la Procura di Siracusa indaga - Live Sicilia

“Commissariare la Regione” | E la Procura di Siracusa indaga

Sequestrata la documentazione elettorale relativa ad alcune sezioni dei comuni di Pachino e Rosolini, dove secondo il Consiglio di giustizia amministrativa si dovrebbe tornare al voto. I legali dell'ex parlamentare intanto hanno chiesto al Cga di nominare un commissario per fare ciò che il governo non ha fatto: indire le nuove elezioni.

IL CASO GENNUSO
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SIRACUSA – La Procura di Siracusa ha disposto il sequestro della documentazione elettorale relativa ad alcune sezioni dei comuni di Pachino e Rosolini, dove secondo il Consiglio di giustizia amministrativa si dovrebbe tornare al voto. I magistrati hanno acquisito proprio il fascicolo del Cga a seguito di denunce di alcuni deputati regionali. “Torno a credere nella giustizia”, commenta il deputato regionale del Ncd Vincenzo Vinciullo.

Gli atti sequestrati su disposizione del procuratore Francesco Paolo Giordano riguardano le presunte irregolarità commesse in nove sezioni del Siracusano dell’autunno 2012. Ad eseguire il sequestro degli atti sono stati direttamente gli uomini della Polizia di Stato della squadra di polizia giudiziaria della Procura. Il Cga nei mesi scorsi aveva disposto la ripetizione del voto nelle 9 sezioni. Una precedente disposizione di riaprire i plichi e procedere al riconteggio dei voti nelle sezioni in questione era stato vanificato dal fatto che alcune buste contenenti il materiale elettorale erano andate distrutte dopo un allagamento verificatosi a novembre dello scorso anno nel deposito del tribunale di Siracusa, dove il materiale era custodito.

Il sequestro da parte della Procura è solo l’ultima puntata di quella che appare come un’intricata e complessa “guerra di carte”. Proprio in queste ore, infatti, l’avvocato Girolamo Rubino, che difende gli interessi di Giuseppe Gennuso ha chiesto sempre al Cga di nominare un commissario al posto di Crocetta. E dell’assessore Valenti. Un commissario “ad acta”, per fare quello che il governo finora non ha fatto: indire le elezioni nei 9 seggi della provincia di Siracusa al centro del “caso Gennuso”. È questa l’ultima richiesta dell’avvocato Girolamo Rubino che difende gli interessi dell’ex deputato regionale. La vicenda, come è noto, riguarda la “sparizione” delle schede elettorali in alcune sezioni del Siracusano, un incidente che ha spinto alcuni “privati cittadini” a chiedere la ripetizione del voto. Una richiesta accolta dal Cga che lo scorso 5 febbraio ha disposto le elezioni con una sua sentenza. Sentenza alla quale, appunto, il governo regionale non ha ancora dato seguito.

Da qui, quindi, la scelta dei legali che difendono Gennuso di chiedere il cosiddetto “giudizio per ottemperanza”. Insomma, gli avvocati chiedono al Cga di ordinare alla Regione di dare seguito alla sentenza. E, “in caso di perdurante inottemperanza, di nominare un commissario ad acta che provveda in via sostitutiva”. Che si sostituisca quindi al governatore e all’assessore alla Funzione pubblica per l’indizione delle elezioni, che deve passare attraverso una delibera di giunta.

La richiesta di “commissariamento” – seppur ad acta, cioè limitato all’indizione delle elezioni – è solo l’ultimo capitolo di una vicenda dai contorni giuridici sempre più complicati. Solo ieri, infatti, l’ex parlamentare Pippo Gennuso ha ventilato l’ipotesi che tutti gli atti dell’Assemblea regionale possano essere nulli. Questo perché la sentenza del Cga ha annullato l’atto di proclamazione dei sei deputati siracusani presenti a Sala d’Ercole: Bruno Marizano (Pd), Vincenzo Vinciullo (Nuovo centrodestra), Stefano Zito (Movimento cinque stelle), Pippo Gianni (Misto), Edy Bandiera (Udc, è subentrato a Pippo Sorbello) e Gianbattista Coltraro (Megafono).

Proprio per questo motivo, l’Assemblea ha chiesto lumi all’Avvocatura dello Stato. Tramite l’Avvocatura, l’Ars ha presentato un ricorso “per chiedere chiarimenti” al Cga stesso e sottolineando alcune difficoltà pratiche dell’esecuzione della sentenza. “La peculiarità della vicenda – si legge nel ricorso dell’Avvocatura – nella quale si sono sovrapposte tante, e forse troppe, concorrenti anomalie, rende oggi problematiche le modalità di esecuzione del decisum”.

Secondo gli Avvocati dello Stato, la sentenza non può avere effetti tali da compromettere la funzionalità dell’Assemblea stessa: “Non solo la sentenza non è idonea ad incidere sull’attuale composizione dell’Assemblea – si legge nel ricorso – come configurata dalla proclamazione degli eletti nelle province diverse da quella interessata, ma, allo stato, il suo dictum non è neanche idonea a paralizzarne l’attività nei limiti delle proclamazioni ‘annullate’”.

Insomma, in questo caso prevarrebbe sempre il principio della “continuità funzionale dell’Organo elettivo, quanto meno in regime di prorogatio e nelle more delle attività di esecuzione che potranno ritenersi a vario titolo necessarie”. Per questo motivo, secondo gli avvocati dello Stato, il “caso Siracusa” non avrebbe “alcuna immediata refluenza su validità e legittimazione dell’Organo nel suo complesso”.

Ma a questo punto, l’Avvocatura passa in rassegna una serie di problemi “pratici” che rendono assai difficoltosa l’esecuzione della sentenza. A cominciare dal corpo elettorale da chiamare al voto: “che dovrebbe essere quello a suo tempo iscritto nelle sezioni” ma che non corrisponde affatto con quello attuale. “Frattanto – spiegano gli avvocati – hanno maturato il diritto alla iscrizione nelle liste giovani che hanno compiuto la maggiore età, mentre nelle stesse liste – aggiungono con una certa ‘delicatezza’ i legali – non sono più iscritti coloro che o sono passati a miglior vita, ovvero si sono trasferiti in altro comune o ambito territoriale”.

E i problemi riguarderebbero anche l’elettorato passivo: “La competizione, a suo tempo – si legge nel ricorso – si è svolta tra liste che, per denominazione e composizione, non erano certo né cristallizzate né immutabili. Anzi, – prosegue il documento – è dato storico certo che in quegli elenchi fossero comprese persone oggi non più candidabili, o persone in sopravvenuta situazione di incompatibilità o ineleggibilità”.

Così, ecco che i legali che difendono l’Ars propongono una “soluzione al problema” che starebbe nella “declaratoria di nullità dei voti nelle sezioni le cui operazione sono state annullate”. Sarebbero azzerate, quindi, le preferenze unicamente nelle “sezioni incriminate”. Secondo gli avvocati, quindi, andrebbero “stralciati” i voti delle restanti sezioni del Siracusano. E verificare se quelli annullati possano produrre “in concreto effetti sui risultati già acquisiti”. Solo in questo caso, avrebbero senso le nuove elezioni. L’Avvocatura, quindi, frena. Mentre i legali di Gennuso accelerano. E chiedono un Commissario al posto del governo: “Elezioni, e subito”.


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