PALERMO – Tensione, questa mattina, di fronte alla sede dell’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro di via Trinacria. A lamentare la situazione di crisi economica vissuta e chiedere con forza un incontro con l’assessore Ester Bonafede, un centinaio di disoccupati appartenente al settore metalmeccanico, esclusi dall’accesso agli ammortizzatori sociali in deroga per il 2013.
I manifestanti chiedono al governo regionale targato Crocetta di modificare l’accordo quadro siglato con le parti sociali il 12 febbraio scorso: “Siamo stati esclusi dagli ammortizzatori sociali perchè non c’erano i fondi per tutti e così hanno ben deciso di tagliare circa 1800 persone tra cui molte aziende che fanno parte del nostro bacino – lamenta Giuseppe Mangiapane, Telecom Srl – pretendiamo la messa in discussione del provvedimento regionale, in quanto solo rientrando nell’accordo quadro potremmo attingere ai fondi della cassa integrazione e ottenere una piccola boccata d’ossigeno per le nostre famiglie”.
Accuse di fuoco, quelle rivolte ai sindacati di categoria, rei di non aver rispettato le promesse fatte e aver “tramato alle loro spalle” firmando l’accordo regionale: “Siamo stati abbandonati sia dai sindacati che invece di aiutarci ci inabissano ancora di più, e questo tengo a sottolinearlo, sia dalle istituzioni – sostiene Antonello Ingargiola – prima ancora che venisse creato il governo qui in Sicilia hanno deciso tutto a tavolino escludendoci, in questo modo, dalla possibilità di sostentare la famiglia”.
Parole al vetriolo quelle dei metalmeccanici che, intendono portare avanti la loro forma di protesta fino a quando non riceveranno rassicurazioni e certezze per il futuro professionale. “Siamo dei morti che camminano, non abbiamo nulla da perdere, e garantisco che da questo posto non si scollerà nessuno fin quando non ci riceveranno – continua con parole accorate Ingargiola – Le nostre famiglie hanno il sacrosanto diritto di essere in grado di portare qualcosa di caldo in tavola, giorno per giorno, come tutte le altre famiglie. I bambini devono mangiare, non siamo venuti qui per giocare, siamo dei padri di famiglia abbiamo bisogno di risposte e le vogliamo nell’immediato”.