Sostare, salta ancora il voto |Aula e maggioranza divise - Live Sicilia

Sostare, salta ancora il voto |Aula e maggioranza divise

Ieri sera, in occasione della seduta di prosecuzione che avrebbe dovuto portare l'aula al voto, le posiozioni espresse in sede di dibattito sono state quasi diametralmente opposte.

la delibera sulla sosta a pagamento
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CATANIA – Posizioni nettamente opposte sull’aumento della sosta a pagamento, proposto dall’amministrazione comunale e inserito nella nuova convenzione tra Comune di Catania e Sostare. Ieri sera, in occasione della seduta di prosecuzione che avrebbe dovuto portare l’aula al voto, le posiozioni espresse in sede di dibattito sono state quasi diametralmente opposte.

Secondo il presidente della Commissione consiliare permanerte Partecipate, Michele Failla, l’atto è da votare. Una posizione espressa nonostante siano tanti gli aspetti poco chiari evidenizti dallo stesso esponente della maggioranza: dalla questione dei superminimi, all’assenza di collegamento con l’Amt per un uso migliore dei parcheggi scambiatori. Failla evidenzia anche il peso del costo del personale sul bilancio – circa il 74 per cento – che ingesserebbe la situazione finanziaria, già compormessa. Failla definisce Sostare “una bestia nera che chiude da alcuni anni il bilancio con il segno negativo – afferma –  e ha dovuto sopportare l’ingiustificato aumento del monte ore nel 2013 (500 mila euro l’anno) e superminimi più del doppio delle altre partecipate tutte insieme. Quindi bilancio ingessato – aggiunge – crea difficoltà a chiunque”.

Dello stesso tenore l’intervento di Nuccio Lombardo secondo cui il contratto “va approvato perché abbiamo la necessità di garantire l’occupazione, ma anche perché ritengo che questa società debba avere una crescita. Occorre però regolamentare la mobilità -continua: non possono Amt e Sostare camminare ognuna per i fatti propri”.

La difesa della bontà dell’atto dell’amministrazione, di fatto, finisce qui: dopo Lombardo prendono la parola consiglieri contrari alla delibera che evidenziano quello che non va nella gestione della Sostare. “Non è che si sta facendo questo nuovo contratto per poter assumere un direttore, esterno? Così tutti gli sforzi dei cittadini saranno destinati agli emolumenti – tuona Giuseppe Castiglione che rispolvera la vicenda del bando per il direttore esterno, poi ritirato.

Argomento affrontato anche dal vicepresidente del Consiglio Arcidiacono secondo cui “manca la visione politica dell’intera questione”. “La vicenda del direttore generale di Sostare l’ho dovuta bloccare io – dichiara: mentre si chiedeva la solidarietà ai lavoratori, si pubblicava il bando per il Direttore generale, il cui curriculum era così particolare che l’incarico non poteva essere affidato a qualcuno selezionaro tra le migliaia di dipendenti di Comune e Partecipate. Io mi chiedo di chi siano le colpe dello stato delle cose – continua. Non è possibile che non siano di nessuno. Ha responsabilità anche il presidente Cannavò – incalza: rispetto alle consulenze ha speso di più a capire come si potessero togliere i superminimi piuttosto che pagarli e impegnarsi a comandare, a portare l’azienda in attivo. Mi preoccupa come verranno spesi gli utili – prosegue prima di annunciare l’intenzione di non mettersi di traverso, rivelando il reale motivo alla base della delibera. “Continuerò a fare la mia parte -assicura – perché la tenuta del Comune dal punto di vista finanziario si gioca anche su queste strettorie”.

Un punto di vista sposato dal capogruppo di Catania futura, Carmelo Coppolino che, provocatoriamente ma neanche troppo, chiede la testa di tutti gli attuali presidenti delle società partecipate. “Se non si eliminano le consulenze esterne non voteremo – precisa. Anche la sede di Sostare è in affitto – aggiunge – e poi c’è la vicenda dei superminimi, che non sappiamo ancora se siano legittimi o meno. Se, eliminati questi elementi, il bilancio sarà ancpra in perdita, allora voteremo l’aumento della tariffa”.

Subito dopo gli interventi, Manlio Messina avanza la pregiudiziale per permettere la visione degli emendamenti per i quali, da un giorno all’altro, i pareri tecnico e contabile sono stati modificati. Ma l’aula si svuota piano piano. La seduta salta nuovamente. La delibera, per il momento, “non s’ha da votare”.


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