Sparatoria Librino: "Verbali pubblicati prima di udienze" - Live Sicilia

Sparatoria Librino, in aula “il caso S”

Il processo sullo scontro a fuoco dell'agosto 2020. Il massimo riferimento dei Cursoti accusa i collaboratori di giustizia in aula citando la rivista.
PROCESSO CENTAURI
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CATANIA – Ultime battute per la fase di raccolta delle testimonianze e delle prove nel processo sulla sparatoria di Librino. Il processo ricostruisce i fatti che nell’agosto del 2020 portarono a uno scontro armato tra il clan Cappello e quello dei Cursoti Milanesi, in cui morirono Luciano D’Alessandro e Vincenzo Scalia. Nelle prossime udienze potrebbe iniziare la requisitoria del Pubblico ministero.

Le richieste

Nell’udienza di ieri mattina i difensori di diversi imputati hanno avanzato le proprie richieste per acquisire nuove prove alla fine della fase dell’istruttoria, come previsto dall’articolo 507 del codice di procedura penale.

Tra le varie richieste anche quelle di sentire nuovi testimoni, tra cui i genitori e i nonni dei fratelli Sanfilippo, i tre uomini dei Cursoti che hanno iniziato a collaborare con la giustizia. La corte scioglierà la riserva su questa e altre richieste in settimana.

Il caso della rivista S

Durante l’udienza due imputati, Roberto Campisi e Carmelo Distefano, hanno voluto dare delle dichiarazioni spontanee. Puntando ad attaccare la credibilità dei collaboratori di giustizia, soprattutto dei fratelli Sanfilippo e di Davide Agatino Scuderi, come successo altre volte nel corso dell’istruttoria, Distefano ha citato “le riviste”, ovvero i verbali dei pentiti del processo che sono apparsi sulla rivista S. Questo fatto, per Distefano, proverebbe che le dichiarazioni dei pentiti sono state, almeno in parte, apprese dalla stampa e poi replicate in aula.

A spiegare meglio la richiesta di approfondire il filone della rivista è l’avvocato di Distefano, Luca Cianferoni, che ha sottolineato che i verbali dei pentiti siano stati pubblicati prima che gli stessi collaboratori fossero sentiti in aula. Più in generale, Cianferoni ha chiesto che la corte prendesse in esame la credibilità dei collaboratori dei giustizia nel procedimento in corso.

La replica del Pm

Sulla questione della pubblicazione di verbali su S ha subito replicato in aula il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, che con il pm Alessandro Sorrentino rappresenta la pubblica accusa: “Come mai – dice Fonzo – ci si sorprende che un giornale, acquisita un’ordinanza di custodia cautelare, ne pubblichi delle parti? L’ordinanza di custodia cautelare è un documento pubblico, e il difensore lo sa”.


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