Spending review: sì ai tagli | Garanzie per il personale - Live Sicilia

Spending review: sì ai tagli | Garanzie per il personale

Pd e Pdl sono d'accordo: i tagli ci saranno. Il testo esitato dalla commissione di Riccardo Savona verrà modificato in aula previo accordo tra i partiti sugli emendamenti. E intanto si cerca un modo per salvaguardare i cosiddetti stabilizzati.

PALERMO – Il testo sulla Spending review esitato dalla commissione speciale presieduta da Riccardo Savona arriverà in aula. Così com’è. Non c’era altra strada, e il presidente dell’Assemblea regionale Giovanni Ardizzone, che pure si era detto molto perplesso sulla legge che – di fatto – non recepisce il decreto Monti, lo aveva già annunciato a Livesicilia qualche settimana fa. L’unica strada per modificarlo e – nel frattempo – evitare una altrimenti prevedibile pioggia di emendamenti in aula era, quindi, fare una “sintesi” preventiva, trovare un accordo sugli emendamenti da presentare e da votare fatto tra i gruppi parlamentari di Palazzo dei Normanni.

Un percorso iniziato la settimana scorsa, con un primo incontro “assolutamente informale” (assicurano) che ha delineato un’ipotesi di accordo tra Pd e Pdl: sì al decreto Monti, che verrà recepito tout court, ma sì anche alle garanzie per il personale stabilizzato dell’Ars (85 persone che lavorano nei gruppi parlamentari e assunti per chiamata diretta), una categoria che nel decreto non è nemmeno menzionata.

Come spiegano il capogruppo del Partito democratico Baldo Gucciardi e Marco Falcone (Pdl), però, il decreto sulla spending review fa salvi “i contratti in essere” del personale: su quelli, insomma, i tagli non possono essere applicati. “Si tratta quindi – continua Gucciardi – di cercare di applicare al caso concreto una norma generale sul personale prevista nel decreto Monti. Ci stiamo lavorando”. I “cosiddetti stabilizzati”, così, potrebbero continuare a prestare servizio fino al 2017 (la data di scadenza naturale della legislatura), e “nel frattempo – dice Falcone – cercheremo di mandare in pensione chi può, sarebbero già circa una ventina – e di trovare per gli altri funzioni alternative”.

Salvaguardare questa categoria di lavoratori, che costa all’Ars complessivamente circa 4 milioni di euro l’anno, insomma, “non aggiunge nulla di più a quanto previsto già nel decreto Monti”. Una legge che, assicura il presidente Ardizzone ormai da settimane, “verrà applicata nella sua interezza”.


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