Centro Olimpo, la rinascita | "Aiutateci a realizzare i nostri sogni" - Live Sicilia

Centro Olimpo, la rinascita | “Aiutateci a realizzare i nostri sogni”

Alcuni dei dipendenti che hanno dato vita alla cooperativa

Sono 34 gli ex dipendenti che hanno deciso di creare una cooperativa investendo oltre mezzo milione di euro. Il 20 novembre la cerimonia di riapertura.

PALERMO - LA STORIA
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PALERMO – Hanno deciso di non abbattersi, di sfidare la crisi e i licenziamenti scommettendo su se stessi, investendo quasi mezzo milione di euro. E adesso chiedono aiuto ai palermitani per vedere concretizzare il proprio sogno. Ha tutti gli ingredienti di una storia a lieto fine la vicenda di 34 lavoratori del Centro Olimpo che riaprirà i battenti con una cerimonia istituzionale giovedì 20 novembre, mentre il giorno dopo ci sarà l’apertura al pubblico.

Un piccolo miracolo, vista la situazione drammatica: il crac di Aligrup ha comportato chiusure a catena in tutta la Sicilia, tra cui quella del centro di via dell’Olimpo. Il 21 dicembre del 2012 il passaggio alla Gamac, poco fortunato per la verità visto che il 7 maggio le saracinesche si sono abbassate definitivamente per 49 dipendenti del punto vendita di Mondello. Una storia che sembrava destinata a terminare così, come finiscono tante altre vertenze lavorative in tempi di crisi, con le procedure di mobilità e nuovi disoccupati. Ma non questa volta, non al Centro Olimpo: in 34, infatti, hanno deciso di non gettare la spugna costituendo una cooperativa, presieduta dall’ex direttore Gaetano Salpietro.

“Abbiamo investito la nostra mobilità, i nostri soldi – dice Giuseppe Lo Coco, uno dei dipendenti che ha deciso di scommettere su se stessi – ci hanno aiutato il Prefetto, Elio Collovà che è l’amministratore delegato del bene che è confiscato, Legacoop, i sindacati, Unipol, Banca Etica, Cfi e Coopfond”. “Il problema è che a Palermo non ci sono imprenditori pronti ad assumere chi è rimasto senza lavoro – aggiunge Salvatore Gambino, un altro dipendente – abbiamo famiglia e per questo abbiamo deciso di creare questa cooperativa”.

Il centro è un cantiere in corso: nel piazzale esterno ci sono gli operai al lavoro, scale e materiali per ripristinare la struttura; dentro, invece, gli scaffali cominciano a riempirsi nuovamente (come non lo erano da tempo) di merce, pronta per essere acquistata. “Per noi è un rischio, certo – spiega Lo Coco – ma ci crediamo. Tanta gente è venuta a trovarci per darci coraggio, qualcuno voleva addirittura già comprare qualcosa”. Oltre al supermercato spazio anche a una profumeria, a un tabacchi, a un bar, a un negozio di pelletteria, a uno di cellulari e a una pupazzeria.

Una scommessa, per questi dipendenti, che chiedono adesso ai palermitani di essere sostenuti in questa nuova avventura. “E’ un successo dei lavoratori, che sono sempre stati spinti dalla volontà di riprendersi il proprio lavoro, sono peraltro molto qualificati”, spiega Filippo Parrino di Legacoop. “Noi ci siamo limitati a verificare la passione e le capacità professionali di questi dipendenti – continua Parrino – dal 6 marzo scorso abbiamo iniziato dei ragionamenti con i nostri consulenti nazionali e locali, i parametri sono risultati confortanti e quindi ci siamo attivati con Cfi, la Compagnia finanziaria italiana, che gestisce dei fondi ministeriali proprio per gli ex dipendenti che vogliono subentrare all’azienda. Abbiamo affiancato anche Coopfond che è la nostra struttura finanziaria a sostegno delle nuove cooperative. Il sindaco Orlando e l’assessore Marano ci ha aiutato per le autorizzazioni, ma adesso invitiamo i cittadini a fare acquisti al Centro Olimpo: si tratta di persone che hanno scommesso tutti i loro soldi, quasi 550mila euro, ovvero la propria mobilità. Era un paracadute di tre anni, se va male non avranno più alcuna tutela. C’è comunque grande fermento a Palermo e ci sono progetti simili in cantiere”.

“Abbiamo creduto molto in questa esperienza – dice Monia Cajolo della Cgil – è importante nel contrasto alla criminalità organizzata: è la prima cooperativa che rileva un’azienda sequestrata e in questo caso è un doppio sequestro, la K&K e l’azienda proprietaria dell’immobile. Il loro successo è anche un successo della lotta alla mafia, che inizia col sequestro e termina con la ripresa dell’attività con un’imprenditoria sana, che è quella dei lavoratori. Venderanno infatti anche i prodotti di Libera Terra”. “Siamo fiduciosi per la riuscita del progetto – dice Marianna Flauto della Uiltucs – è la prima esperienza in tal senso”.


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