PALERMO – I periti non hanno raggiunto un responso unanime sulla condizione psichica di Giovanni Barreca, reo confesso della strage di Altavilla Milicia in cui uccise la moglie e i figli. Non è escluso che possa essere necessaria una perizia anche su Sabrina Fina e Massimo Carandente per scandagliare le dinamiche relazionali dei tre imputati. Così è emerso all’ultima udienza del processo.
Situazione complessa. Il punto chiave è sapere se Barreca fosse capace di intendere e volere mentre torturava fino ad ucciderli Antonella Salamone e i figli Kevin ed Emmanuel.
I periti nominati dal gip di Termini Imerese, convocati davanti alla Corte di Assise di Palermo, hanno ribadito le loro conclusioni. Secondo Domenico Micale, Chiara Caruso e Renato Tona, siamo di fronte a un caso di infermità assoluta. Stefano Ferracuti, consulente del pubblico ministero, ritiene invece che ci sia una semi infermità.
Roberta Bruzzone e Alberto Caputo, nominati dall’avvocato Giancarlo Barracato che difende Giovanni Barreca, hanno depositato una memoria confermando l’infermità mentale, ma saranno convocati per illustrare in aula il loro lavoro.
“Percezione delirante”
“Siamo certi della nostra diagnosi – ha spiegato Micale – Barreca presenta una delirante percezione del mondo esterno e dell’io“. Condizione che incide sia nella “comprensione” di ciò che accade che “nell’autodeterminazione”. I periti nominati in fase di indagini preliminari escludono che Barreca simuli uno stato di delirio.
Il suo stato mentale lo ha spinto fino all’estremo. Non si è fermato neanche “quando il figlio diventa scuro in volto perché non respira” (per torturarlo lo legarono manie piedi come si fa nel macabro metodo dell’incaprettamento), né “quando l’altro figlio vomita perché gli hanno fatto bere il caffè” (anche questo è stato un mezzo di tortura). Barreca spiega i malesseri dei figli come espressione del demonio. Lui si sente privilegiato da Dio, scelto per liberarli”.
Non siamo, però, in alcun modo nel conteso di un esorcismo, riconosciuto dalla Chiesa cattolica che prevede protocolli e “disciplina la pratica perché ne conosce i pericoli”
Rispondendo alle domande del presidente della Corte di Assise, Vincenzo Terranova, e del giudice a Latere Mauro Terranova, Micale ritiene utile una perizia anche su Fina e Carandente per inquadrare la personalità di Barreca.
“Se Giovanni Barreca è l’unico folle…”
Stessa cosa dice Ferracuti, che però è pervenuto ad una conclusione di semi infermità. Questo perché quando i colleghi nominati dal Gip hanno stilato la loro perizia “c’erano aspetti non conosciuti e si basavano su ciò che diceva Barreca”. Invece bisogna approfondire il contesto socio-culturale in cui è maturata la strage, ancora prima del delirio mistico-religiose.
“Se Barreca è l’unico folle allora è la vittima – spiega Ferracuti -, se la setta (definita “selvaggia” in un altro passaggio) è un fenomeno sociale allora non si può escludere che i fattori sociali siano stati determinanti”. Ecco perché “conoscere lo stato mentale di tutti è giusto”. Dunque la valutazione andrebbe estesa anche agli altri imputati.
In uno dei passaggi più significativi della sua deposizione Ferracuti ha sottolineato la non coerenza fra le valutazioni eseguite in carcere a Pagliarelli e quelle negli istituti di pena specializzati nell’accoglienza di detenuti con malattie mentali a Enna e Barcellona Pozzo di Gotto.
“Delirio sviluppato dopo la strage”
Gli psichiatri del penitenziario palermitano non riscontrarono i deliri di Barreca, nelle Rems sì. “Stando alle carte – spiega Ferracuti – si potrebbe dire che il delirio lo ha sviluppato dopo, vista la rilevanza di ciò che ha fatto. In assenza di una valutazione a 360 gradi non possiamo avere risposte ed infatti concludo per la semi infermità. I fattori psicologici sono preponderanti. Barreca è un soggetto paranoide ma si sposa, fa figli, lavora, cerca di mandare avanti la famiglia, ed entra in crisi per le relazioni che insatura”.
Sarebbe stato, dunque, l’incontro con la coppia Fina-Carandente a scatenare la follia omicida? La donna ha scaricato la colpa sui due uomini e ha annunciato di volere querelare la figlia di Barreca, Miriam, che ha accusa se stessa e Fina.
La perizia sugli altri imputati consentirebbe di “incastonare” il massacro di Altavilla Milicia in un contesto di dinamiche relazionali: “Non può essersi certezza diagnostica avulsa dal contesto sociale e culturale”.

