Stragi, agli atti l'intercettazione sul ruolo della 'ndrangheta - Live Sicilia

Stragi, agli atti l’intercettazione sul ruolo della ‘ndrangheta

La decisione della Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA – La Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e ha acquisito agli atti del processo ‘Ndrangheta stragista l’intercettazione emersa nell’inchiesta ‘Hybris’. La decisione è stata presa nonostante l’opposizione degli avvocati Giuseppe Aloisio e Guido Contestatile, difensori rispettivamente di Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone. Si tratta di una conversazione in cui un soggetto ritenuto vicino alla cosca Piromalli, Francesco Adornato, ha parlato del summit al resort “Saionara” di Nicotera durante il quale le famiglie mafiose calabresi stabilirono che la ‘ndrangheta avrebbe partecipato alle ‘stragi di Stato’ organizzate nella prima metà degli anni novanta da Cosa nostra.

I giudici di secondo grado hanno acquisito anche l’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione “Hybris”, contro le cosche Piromalli e Molé, eseguita la settimana scorsa che ha portato all’arresto di 49 indagati. L’intercettazione, quindi, entra nel fascicolo del processo sul duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, uccisi il 18 gennaio 1994 in quello che, secondo la Dda di Reggio Calabria, è stato uno degli “attentati continentali” rientranti nella strategia stragista che sarebbe stata messa in atto da Cosa Nostra e ‘Ndrangheta nella prima metà degli anni novanta.

La Corte d’assise d’appello ha disposto anche una perizia sull’intercettazione di Adornato affidando l’incarico al consulente Vincenzo Ventra che dovrebbe consegnare la trascrizione entro il 17 marzo. Il processo, infine, è stato rinviato al 15 marzo quando sarà sentito il colonnello Massimiliano Galasso che ha redatto l’informativa, depositata venerdì assieme all’intercettazione, da cui emergerebbe un riscontro alle dichiarazioni rese, nel processo di primo grado, dal collaboratore di giustizia Franco Pino.


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