PALERMO – C’è un indagato nella brutta vicenda del suicidio in carcere del geometra Carlo Gregoli. Si tratta dello psichiatra, M.V., 65 anni, a cui sarebbero state affidate le cure del detenuto rinchiuso nel carcere Pagliarelli dove era rinchiuso per il duplice omicidio di Villagrazia. All’indagato è stato notificato un avviso di garanzia per consentirgli di fare partecipare un suo perito all’autopsia in corso all’istituto di Medicina legale del Policlinico. L’uomo è attualmente difeso d’ufficio dall’avvocato Barbara Mistretta. L’ipotesi di reato è omicidio colposo: non avrebbe fatto tutto ciò che era possibile per evitare il suicidio.
Gregoli si è impiccato in una cella dell’infermeria del carcere. Era in cura per una forte depressione e il giudice per le indagini Preliminari, Lorenzo Iannelli, lunedì scorso, nonostante avesse con fermato la misura cautelare sulla base di una perizia, aveva allertato il carcere affinché vigilasse sul detenuto. L’autopsia servirà a capire anche che tipo di farmaci avesse assunto il detenuto. Era stata una perizia di parte, eseguita su richiesta dei legali di Gregoli e della moglie Adele Velardo, gli avvocati Paolo Grillo e Aldo Caruso, a sostenere che ci fosse incompatibilità fra lo stato di salute del detenuto e il regime carcerario.