Svolta nelle indagini sulla morte di Bivona: disposta l'autopsia

Svolta nelle indagini sulla morte di Bivona: disposta l’autopsia

L'annuncio dell'avvocato Messina e della famiglia, riapre il caso. LE INTERVISTE VIDEO
CATANIA, IL GIALLO
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ADRANO. “Ci sono novità importanti sulla vicenda giudiziaria legata a Anthony Bivona”, esordisce così Francesco Messina l’avvocato della famiglia Bivona che segue un caso di conoscere ancora tutta la verità.
Accanto a lui ci sono i genitori di Anthony, la nipote coetanea con la quale è cresciuto, le sorelle Mary e Grazia: un autentico focolaio di speranza che ha permesso che si arrivasse ad un punto ormai decisivo.

L’avvocato Francesco Messina

“È stato concesso l’esame autoptico sulla salma di Anthony Bivona. L’autopsia per noi rappresenta un fatto fondamentale: il segnale di boa da cui passa la verità. Qualunque possa essere l’esito – prosegue Messina -.
Lo scetticismo generale era parecchio. Ringrazio la famiglia che non ha mai smesso di crederci. E ringrazio anche la stampa e quella parte attenta della magistratura di Catania.
Domani alle 16 avverrà l’estimulazione della salma e poi il trasferimento al Cannizzaro: tra il 28 e il 29 la salma rientrerà al cimitero di Adrano. Da lì in poi attenderemo gli esiti”.

Mary e Grazia Bivona, sorelle di Anthony

In conferenza stampa ad Adrano, oggi pomeriggio, si è respirata aria di attesa. Quell’atmosfera rarefatta che precede l’arrivo di qualcosa che farà la differenza: in un senso o nell’altro.
Una grande, prima vittoria per la famiglia. Per una verità che è l’unico appiglio al quale aggrapparsi per potere rendere giustizia ad Anthony.
“È un grande passo. Qualcosa che sembrava impossibile ci porterà a sapere cosa è successo a nostro fratello ci dicono Mary e Grazia Bivona -.
Dobbiamo arrivare alla verità, qualunque sia. Non si dorme più la notte perché vogliamo sapere cosa è successo.
Abbiamo molta fiducia nelle istituzioni italiane. Oggi possiamo dire che grazie anche allo Stato italiano, conosceremo la verità.
L’unico sollievo in questa condanna ad un ergastolo di dolore”.


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