Il governatore prima interviene a Sala d'Ercole, parlando di un complotto ordito da massonerie deviate, mafia e poteri "occulti", ma minimizza sulle intercettazioni che raccontano di una Sanità in mano ai medici amici. Poi torna sull'addio dell'assessore alla Salute: "Qualcuno le ha fatto leggere le stesse fasulle intercettazioni diffuse da l'Espresso". E intanto i deputati di maggioranza (ma anche d'opposizione) tirano un sospiro di sollievo: "Ripartiamo dalle riforme". di Accursio Sabella e Santi Sabella