Teatro Massimo Bellini |30 stagionali a rischio - Live Sicilia

Teatro Massimo Bellini |30 stagionali a rischio

Sono lavoratori indispensabili e precari da 25 anni. Nel 2006, protestarono sul tetto del Teatro. I sindacati: «Il presidente Crocetta dia un lieto fine alla vicenda e lanci un segnale positivo»

CATANIA- La procedura di stabilizzazione di circa 30 stagionali del Teatro Massimo Bellini rischia di essere annullata se entro il 31 dicembre del 2012 non viene firmata dall’assessorato al Turismo e spettacolo. L’allarme viene lanciato dai sindacati aziendali del Teatro Slc-Cgil, FIStel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl, Fials e Libersind.

Dopo 25 anni di precariato, la speranza si era accesa dopo che l’amministrazione dell’Ente, nel mese di agosto del 2011, aveva avviato le pratiche per la loro stabilizzazione. La procedura, rimasta intrappolata nelle maglie burocratiche regionali e trascurata dai politici di turno, rischia ora di essere annullata se non viene firmata dall’assessorato prima che finisca il 2012.

Si tratta di lavoratori indispensabili per le attività del Teatro; non si parla di esuberi ma di personale che ricopre posti in pianta organica come pittori falegnami uscieri ecc. Per i lavoratori, il danno potrebbe essere irrecuperabile e la beffa ancora di più visto che il Teatro per la prima volta ha concretamente avviato tutto l’iter nei tempi utili sollecitandolo a sua volta.

Già nel mese di gennaio del 2006, i lavoratori stagionali protestarono duramente occupando il tetto del Bellini per settimane, richiamando l’attenzione di tutte le cariche istituzionali, tra cui l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, che li rassicurarono promettendo una legge apposita per la stabilizzazione. Naturalmente, non avvenne nulla di tutto questo.

È per questo che i sindacati aziendali di Slc-Cgil, FIStel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl, Fials e Libersind chiedono a Rosario Crocetta, neo Presidente della Regione, di dare un lieto fine alla vicenda e per lanciare anche un segnale positivo, in un mondo lavorativo martoriato sempre più da una crisi che non da tregua al territorio catanese.

 

 


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