Nervi tesi nella maggioranza | Un vertice per ricucire - Live Sicilia

Nervi tesi nella maggioranza | Un vertice per ricucire

Il presidente Crocetta

Dopo il voto di ieri all'Ars dove i franchi tiratori hanno rischiato di escludere il presidente della Regione Crocetta dai grandi elettori per il Quirinale, oggi segretari e capigruppo di maggioranza si vedono per parlare di politica e bilancio. E per cercare di sedare i mal di pancia diffusi nella coalizione, che si sono acuiti negli ultimi giorni. Anche in vista delle amministrative. Ma il leader dell'Udc Gianpiero D'Alia diserta l'incontro

Il retroscena
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PALERMO –  “Cascio ha chiamato tutti. E pure Ardizzone. Ha telefonato prima, ringraziato… E’ così che si fa”. Un deputato d’esperienza ricostruisce così il pomeriggio nero della maggioranza all’Ars. Votando i delegati che dovranno eleggere il Capo dello Stato, si è rischiato il pasticcio istituzionale di impallinare il presidente della Regione, bersagliato da una dozzina di franchi tiratori della sua variegata maggioranza. Tanti, troppi secondo i crocettiani. Tanto da convocare un vertice di maggioranza per oggi, alle 13. Appuntamento a Palazzo d’Orleans per parlare di bilancio e di politica. E per analizzare i mal di pancia esplosi ieri a Sala d’Ercole.

“Non sopravvalutiamo quanto è successo. In questa fase pre-elettorale che possa esserci qualche tensione è normale”, commenta Baldo Gucciardi, capogruppo del Pd. Che però sottolinea: “Qui si è rischiato però un incidente istituzionale, per poco la Sicilia non mandava il proprio presidente all’elezione del Capo dello Stato. Non si possono confondere scaramucce politiche con passaggi istituzionali. Bisogna certamente migliorare la maturità istituzionale”.

I voti mancati a Crocetta sono così tanti che è difficile pensare di ascriverli a un unico partito. Certo, i banchi dell’Udc sono stati tra i più sospettati ieri. Anche perché in Aula mancava, bloccato dall’influenza, il sapiente capogruppo Lino Leanza, che col collega Gucciardi lavora dal primo giorno a far da mastice nella maggioranza omnibus che si è formata a Sala d’Ercole. Il centrista Luca Sammartino ieri ha rispedito al mittente i sospetti: “Abbiamo votato secondo le indicazioni della maggioranza”.

L’Udc non ha certo gradito l’essere additata come responsabile del tradimento. E oggi Gianpiero D’Alia diserterà il vertice di maggioranza, rimanendo a Roma (“Mi hanno avvisato troppo tardi ieri sera”). Ci sarà invece Lino Leanza. “Ma dobbiamo essere puntuali – mette le mani avanti il capogruppo centrista -. Perchè alle tre dovremmo incontrare i precari. E non si possono trascurare i problemi concreti della gente”. Un avvertimento duplice a Crocetta, notoriamente poco incline alla puntualità.

Il malessere nei confronti delle scelte del presidente della Regione, in effetti, dalle parti di Pd e Udc è diffuso. I motivi certo sono molteplici. C’è forse un difetto di base nel tenere i rapporti con l’Assemblea, come testimonia la battuta sulle telefonate pre-voto arrivate da due candidati forti su tre. Ci sono poi le nomine degli ultimi giorni, che non hanno troppo entusiasmato. Dalla scelta di promuovere ad assessore l’assistente Stancheris alla clamorosa attribuzione di una poltroncina di sottogoverno ad Antonio Ingroia (con battute caustiche sul tema del leader dell’Udc Gianpiero D’Alia), gli ultimi passaggi di Crocetta hanno suscitato qualche perplessità tra gli alleati. E forse anche nella ristretta cerchia dei “crocettiani”, che magari si aspettavano qualcosa di più.

E ci sono poi le tensioni sul territorio nei comuni chiamati al voto, col Megafono, ad esempio, che si è messo di traverso alle primarie di coalizione a Messina. “C’è un mal di pancia diffuso, ma è disorganizzato – osserva un deputato della maggioranza –. E questo può essere ancora più pericoloso se non si interviene”. Tanto più, che nel frattempo il centrodestra ha mantenuto compattezza e l’Mpa, dopo le polemiche col Pdl degli ultimi giorni, è rimasto, assicura Vincenzo Figuccia, sul nome di Cascio.

Mal di pancia disorganizzato, quindi. Sarà. Per lo meno, la trappola alla fine non è scattata. “Se il centrodestra, invece di firmare il proprio voto affiancando al nome di Cascio quello di singoli deputati, avesse tentato un’altra strada, poteva finire in un altro modo”, commenta un deputato del Pd. Sì, perchè sarebbero bastati altri quattro o cinque voti per spedire il 5 Stelle Siragusa a Roma al posto del governatore. “Avete visto i grillini? Altro che ingenui, hanno fatto i furbetti. Ci hanno provato ma gli è andata male”, osservava un altro deputato del Partito democratico. E Lillo Firetto dell’Udc definisce sui social network i Cinque Stelle addirittura “campioni dell’inciucio”.

Oggi a ora di pranzo, capigruppo e segretari cercheranno di trovare la quadra e di riportare un clima più sereno nella coalizione. “E’ una riunione importante. Ma parleremo molto di bilancio”, comunica Lino Leanza. E sempre in tema di bilancio, domani l’assessore Luca Bianchi incontrerà il gruppo parlamentare del Pd per un confronto sul documento contabile. Che richiederà tagli di lacrime e sangue. E sul quale quindi è bene registrare subito umori e richieste dei deputati per prevenire e possibilmente evitare imboscate notturne quando ci sarà da votare in Aula. È questa la parola d’ordine per riportare il sereno: coinvolgere maggiormente i deputati. Difficile farlo entrare in testa a un solista per vocazione come Rosario Crocetta.

 

 


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