PALERMO – Sembrava tutto pronto per iniziare i test sierologici in Sicilia. Ma il piano della Regione si scontra con la “ribellione” di una parte dei titolari di laboratori. La circolare dell’assessorato regionale alla salute fissa i prezzi: da 10 a poco di 32 euro per ogni test. Prezzi che vengono bollati come insufficienti persino a coprire le spese. Fabio Buccheri, titolare di un laboratorio che fa parte di un consorzio di 23 strutture, lo dice con chiarezza:
“È impossibile eseguire i test a queste condizioni. Con queste cifre non si coprono i costi dei reagenti ai quali vanno aggiunti quelli per mettere in sicurezza lavoratori e pazienti: dalle mascherine ai sanificatori, ai camuci usa e getta. Non si comprende poi in base a quale regola si imponga un prezzo alle attività private. Lungi da noi dal voler coprire eventuali manovre speculative che non ci saranno e che in ogni caso vanno censurate, ma ipotizzare che si spenda più di quanto si guadagna è impensabile. Quello che sosteniamo è facilmente riscontrabile dalla lettura delle fatture di acquisto della merce”.
Buccheri è certo, avendo sentito gli umori di tanti altri titolari di laboratori oltre ai 23 suoi consorziati, che tantissimi non intendono applicare la circolare dell’assessorato. Significa che non faranno i test. Potrebbe essere un problema molto serio visto che gli esami sierologici sono decisivi nella Fase 2.