CATANIA – La metafora è quella del fiume. Uno di quei “fiumi che vien fuori di tanto in tanto”. La scoperta di una tomba romana risalente al primo secolo avanti Cristo, e da oggi riconsegnata idealmente alla città, potrebbe essere meglio definitiva come una ri-scoperta (ma assai curiosa). Ce lo spiega Salvo Castro (VIDEO), appassionato animatore del Comitato popolare Antico Corso, associazione che da anni lavora alla rigenerazione non soltanto materiale di uno dei quartieri che conserva la storia di Catania.
Una città che nel suo ventre evidentemente nasconde ancora tantissimi tesori. Non soltanto sottoterra, ma addirittura dentro i palazzi. Negli anni Cinquanta, quando la cementificazione non risparmiava neanche le aree archeologiche, qualcuno ebbe però l’idea provvidenziale di risparmiare un luogo riservato alla memoria dei defunti. Tant’è che è possibile vedere anche dei resti umani.
La tomba è infatti inglobata e conservata all’interno di un palazzo dello Iacp, l’Istituto Autonomo Case Popolari, in via Antico Corso, dentro un garage che affaccia sulla strada. Quegli stessi locali, fino al 2010, servivano, prima come vano per le vasche dell’acqua del palazzo; poi, occupati abusivamente, come deposito per i grandi bracieri e le masserizie di un ristorante della zona.
L’intervento di Sovrintendenza e Carabinieri ha portato alla definitiva chiusura di quei locali. Fino a oggi. Perché Arci Catania e il Comitato Popolare Antico Corso hanno partecipato al bando dell’Istituto Autonomo Case Popolari per l’affidamento a titolo oneroso dei locali per uso culturale. Un obiettivo che va di pari passo con quanto già realizzato, a pochissimi metri, con il recupero del Bastione degli Infetti: un gioiello archeologico riscattato dall’incuria e dal degrado.