Torre Zefiro a Ognina, scatta l'indagine: atti acquisiti dai carabinieri

Torre Zefiro a Ognina, l’indagine: atti acquisiti dai carabinieri

I militari sarebbero entrati di nuovo negli uffici dell'Urbanistica.
IL GRATTACIELO
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CATANIA – I carabinieri sarebbero entrati di nuovo negli uffici dell’Urbanistica di via Biondi. Dopo averlo fatto per la questione Eurospin a Cibali, secondo quanto appreso da LiveSicilia, stavolta lo hanno fatto per un’indagine dei carabinieri sulla Torre Zefiro A, in via Acireale 37, a Ognina. Da quanto risulta a questa testata, i militari all’inizio di questa settimana avrebbero acquisito gli atti sul grattacielo di 54 metri in corso di costruzione dalla Zefiro Holding, che ha ottenuto i permessi nel 2020.

L’edificio è progettato dallo studio di architettura Base 51 e dovrebbe essere terminato entro tre anni dall’inizio dei lavori. Le immagini del futuro palazzo hanno fatto il giro dei social quando la conduttrice televisiva catanese Diletta Leotta ha annunciato l’interesse per uno di quegli appartamenti. Mossa commerciale oppure no, da quel momento in poi il palazzone è stato al centro dell’attenzione di molti. Non solo per il lusso delle linee sinuose e del giardino con piscine sul tetto, ma anche per l’elevazione: 54 metri, cioè 13 piani. Ben oltre il limite di 24 metri di altezza stabilito dal piano regolatore generale Piccinato, datato 1969 e attualmente in vigore.

Il superamento sembra possibile per via delle norme successive: il grattacielo di Zefiro si costruirà sfruttando il “piano casa“, e godendo delle possibilità offerte dai sistemi di demolizione e ricostruzione con premi di cubatura. Spendibili verso l’alto, senza consumare altro suolo. “La legge regionale 6/2010 non consente questo tipo di interventi in aree destinate dal Prg ad attrezzature, verde pubblico, o gravate da vincolo di inedificabilità per sede stradale, come dichiarato anche nel permesso di costruire la Torre”, aveva attaccato a maggio 2021 il consigliere comunale del Movimento 5 stelle Graziano Bonaccorsi, annunciando una interrogazione consiliare.

“Doveroso e necessario – aveva aggiunto il pentastellato – ricordare che il vecchio Prg è ancora vigente e il fatto che i vincoli di verde pubblico e sede stradale preordinati all’esproprio siano decaduti non rende in alcun modo legittimo l’intervento”. Il 10 novembre dello stesso anno, le perplessità erano finite anche in una denuncia presentata ai carabinieri di piazza Verga da Natalina Arena, presidente dell’associazione Borgo Marinaro di Ognina. “Riteniamo che le opere in corso di realizzazione – scriveva Arena – comportino l’illegittima trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio”. Adesso, probabilmente come atto dovuto, sembra che la procura voglia vederci chiaro.

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